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Per chi ama la natura incontaminata, gli animali ne loro habitat naturale, la storia dell’uomo primitivo, la pianura di Serengeti è una regione di circa trentamila chilometri quadrati, costituita da prateria, savana e boschi situata in Africa orientale. La parte settentrionale appartiene al Kenya, quella meridionale (l’80% circa della superficie totale) alla Tanzania. La zona costituisce l’habitat naturale per una grande varietà di animali; si stima che sia abitata da circa un milione e mezzo di erbivori e migliaia di predatori. Gli animali più comuni sono gli gnu, le antilopi, le gazzelle, le zebre e i bufali ma tra i carnivori domina incontrastato re degli animali: il leone.

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La pianura è celebre per gli impressionanti movimenti migratori che si verificano ogni anno. Intorno a ottobre, circa un milione e mezzo di erbivori si spostano a sud, attraversando il fiume Mara, per ritornare a nord (attraversando ancora il Mara più a ovest) intorno ad aprile. Questo fenomeno viene talvolta chiamato “la migrazione circolare”.

Appartiene a quest’area anche il sito archeologico di Olduvai, dove sono avvenuti ritrovamenti di alcuni dei più antichi fossili di ominidi.

La pianura del Serengeti è suddivisa in numerosi parchi nazionali: il Parco Nazionale del Serengeti, la riserva naturale di Ngorongoro, la riserva keniota di Masai Mara, il Maswa Game Reserve, e le aree controllate di Loliondo, Grumeti e Ikorongo.

Il Serengeti è stata fonte d’ispirazione per il lungometraggio della Disney Il Re Leone e la successiva produzione teatrale. Inoltre i Toto citano il parco nella loro canzone Africa.

La presenza umana nell’area del Serengeti fin da tempi antichissimi è testimoniata da ritrovamenti paleontologici di straordinaria importanza; nella pianura del Serengeti si trova il celebre sito di Olduvai, dove sono stati trovati i resti dell’Australopithecus boisei, un ominide risalente a circa 1,5 milioni di anni fa.

Prima dell’arrivo degli Europei, la pianura del Serengeti era abitata principalmente dai Masai, allevatori e semi-nomadi. Negli ultimi anni dell’amministrazione coloniale tedesca, la regione divenne un’area protetta, e un primo nucleo dell’odierno Serengeti, di 2286 km², fu dichiarato riserva di caccia nel 1929.

L’amministrazione inglese, subentrata con la nascita dello Stato del Tanganika, istituì il parco nazionale nel 1951, affidandone la gestione al naturalista Bernhard Grzimek, divenuto celebre come uno dei precursori dell’approccio moderno alla conservazione dell’ambiente. Parte dell’opera di Grzimek nel Serengeti è documentata dal suo saggio Il Serengeti non deve morire e dal documentario omonimo (vincitore del premio Oscar), realizzati dallo stesso Grzimek insieme al figlio Michael. Un altro testo sui primi anni del Serengeti è My Serengeti Years, scritto da Myles Turner, che fu uno dei primi guardiani del parco e a cui si attribuisce il merito di aver svolto un lavoro fondamentale nella lotta contro il bracconaggio. Il parco comprendeva inizialmente anche il cratere di Ngorongoro, che divenne area protetta indipendente nel 1956.

L’istituzione del parco fu accompagnata dalla rilocazione delle popolazioni locali. La natura coercitiva di questa operazione ha suscitato una controversia tuttora non del tutto sopita.

Dopo il raggiungimento dell’indipendenza da parte della Tanzania, l’amministrazione del parco è stata affidata al TANAPA (Tanzanian National Parks).

Nel 1981, l’UNESCO ha dichiarato il parco Patrimonio dell’umanità per la sua ricchissima biodiversità.

Fonte: Wikipedia