America manifestazione protesta globale contro Donald Trump

Pochi lo davano vincente ed ora si è insediato alla Casa Bianca, il più controverso Presidente degli Stati Uniti d’America, la dimostrazione pratica è la manifestazione globale, dall’America all’Europa,  contro Donald Trump, contro le sue ideologie che non sono condivise per nulla dalla maggioranza globale della popolazione sia in America che in Europa, vedono in questo uomo dai capelli color pannocchia un dittatore che potrebbe in qualche modo aprire una strada anche in Europa;  il successo di Trump potrebbe essere il varco entro il quale possono infilarsi altri suoi consimili all’insegna del motto: se succede a Washington perché non in Europa?

Nella manifestazione in America parecchi slogan contro Donald Trump: ‘Il mio corpo. La Mia scelta. Il mio Paese”. “Love is Power”. “Non mi faccio afferrare per la vagina”. “Combatti come una ragazza”. “La mia volontà è più forte del tuo odio”. “Trump, ti sopravviveremo”. “Attenzione agli uomini che fanno di se stessi un monumento”. “Siamo più forti della paura”.”Bullo. Razzista. Ignorante. Egomaniaco. Misogino. Pallone gonfiato. Trump non è il mio presidente”. “La sanità è un diritto, non un privilegio”. “Un’America grande non è razzista, sessista, xenofobica”. “Rispetto. Dignità. Giustizia per tutti”. “Putin ha vinto. L’America ha perso”,  parecchi manifestanti indossavano il pussy hat, berretto rosa, simbolo dei diritti delle donne e vip dello spettacolo come Scarlett Johansson (che si è lanciata in una difesa appassionata di Planned Parenthood, l’associazione che difende i diritti riproduttivi delle donne) e Ashley Judd, che ha intonato una sorta di rap che ha infiammato la folla: “Percepisco Hitler tra queste strade. Dei baffi scambiati per un toupé, un nazista rinominato… ma io non sono così nasty, cattiva, come il razzismo, la supremazia bianca, la misoginia, l’ignoranza”. Nasty è stato l’epiteto lanciato da Donald Trump contro Hillary Clinton durante un dibattito televisivo.

Da Il Fatto Quortidiano:Migliaia di persone – almeno 500 mila secondo le prime stime – si sono riversate per le strade diWashington D.C. Altre migliaia hanno manifestato in decine di città americane – la folla più numerosa a Boston, New York, Chicago e Los Angeles – e in molte capitali del mondo: Sidney,Berlino, Londra, Parigi, Cape Town, Nairobi; in Italia Roma,Milano e Firenze. La “Women’s March on Washington” è stata, alla fine, qualcosa di più di una semplice espressione di protesta verso il nuovo presidente. E’ stato un modo per contarsi, per far sapere alla Casa Bianca e alla politica che una buona parte di questo Paese – la maggioranza – non approva e non accetta il corso che stanno prendendo le cose.

Washington è apparsa bloccata già al mattino presto. La metropolitana non ha retto all’impatto della folla arrivata un po’ da tutti gli Stati Uniti: dalla Florida e dall’Alaska, dalla California e dal Tennessee, dalle Hawaii e dal Texas; anche dal Messico e dal Canada. Diverse fermate della metro sono state chiuse; in migliaia hanno camminato, per chilometri, nelle strade attorno alCampidoglio, al Washington Monument, al National Mall e alla Casa Bianca. Il concentramento della manifestazione doveva essere all’incrocio tra Independence Avenue e la Third Street, ma ben presto ogni riferimento è saltato e la folla si è allargata a macchia d’olio per tutto il centro, cantando, ballando, urlando slogan.’

Perché fa così tanta paura Donald Trump, con la sua ideologia, a capo di una nazione potente come l’America? non si sono spenti gli echi di una guerra durata anni e che ha provocato milioni di morti grazie ad un fanatico come Adolf Hitler, è il popolo ha timore di un riciclo della storia;  Trump è un xenofobo, razzista, odia le istituzioni sovranazionali e ama le heimat, le piccole patrie;  ha preso forza con la Brexit dello scorso 23 giugno e sfrutta un calendario favorevole, lungo un anno, cercando di produrre un effetto domino capace di cambiare i connotati della politica tradizionale, così come l’abbiamo conosciuta. E minare le fondamenta della democrazia rappresentativa,  e questi cambiamenti lungo questo percorso terrorizza il cittadino, fa temere il peggio perché l’esempio produrrebbe un effetto anche in Europa e se ne vedono già le avvisaglie in Olanda, Germania, Ungheria, Francia e Islanda  con partiti di destra che stanno aumentando di volume e vigoria; tutto questo nasce, ha origine, dal malcontento popolare verso le istituzioni che non sono in grado di provvedere al benessere del proprio popolo, disoccupazione, povertà, economia in agli estremi, ecco le principali ragioni dalle quali nascono i poteri forti, dittatoriali.

Per meglio capire prendiamo uno stralcio di un articolo dell’Espresso che spiega chiaramente,  cosa potrebbe avvenire in futuro prossimo e che cosa servirebbe fermare tutto ciò: ‘Dunque serve una politica più solidale che apra alla flessibilità anche in Europa. Ammesso che non sia troppo tardi e l’inerzia della rivoluzione del Ventunesimo secolo sia ormai così potente da risultare inarrestabile.’, dunque meglio meditare sui fatti che si leggono sulle testate giornalistiche e chiedersi quale formula potrebbe arrestare l’inarrestabile, prima di precipitare in un abisso senza fine.

Fonte: Ilfattoquotidiano-l’Espresso