Isole Fiji viaggio fra splendori incastonati nell’Oceano Pacifico
Brevi cenni storici: in tempi antichi le Figi furono popolate da popoli melanesiani. I primi abitanti delle Figi arrivarono molto prima dei contatti con gli esploratori Europei nel XVII secolo. Vasellame scavato da città Figiane mostra che le Figi sono state abitate stabilmente prima o intorno al 1000 a.C., sebbene la questione delle migrazioni nel Pacifico ancora non sia chiarita.
L’esploratore Olandese Abel Tasman visitò le Figi nel 1643 mentre stava cercando il Grande Continente a Sud ( noto anche come Terra Australis), vi sostò poi il navigatore inglese James Cook nel 1774; la vera e propria esplorazione dell’arcipelago fu tuttavia compiuta dal capitano William Bligh nel 1789.
Nel secolo successivo le isole furono raggiunte da coloni europei, soprattutto britannici, attratti dalla possibilità di commerciare il legno di sandalo.
La difficile convivenza tra i nuovi venuti e le popolazioni autoctone indusse i coloni e i capi tribali a chiedere aiuto alla Gran Bretagna. Nel 1874, sotto il regno del Ratu Seru Epenisa Cakobau, le isole divennero colonia britannica e rimasero tali fino alla proclamazione dell’indipendenza, che fu concessa solo nel 1970. L’introduzione della monocoltura della canna da zucchero e il conseguente afflusso di lavoratori indiani modificarono in breve tempo l’assetto complessivo delle isole principali. L’accrescere della popolazione indiana indusse gli indigeni, timorosi di perdere la loro supremazia, a stringere legami sempre più stretti con il paese colonizzatore.
Il 10 ottobre del 1970 il paese proclamò l’indipendenza, accettata dalla popolazione indigena in cambio di una serie di garanzie costituzionali. Dopo alcuni mesi lo Stato divenne membro delle Nazioni Unite. Il primo ministro delle isole indipendenti fu Ratu Kamisese Mara, portavoce dell’etnia figiana e dell’aristocrazia indigena rappresentata dal Grande consiglio dei capi.
Son ben 333 isole di origine vulcanica che formano questo arcipelago sparso nell’Oceano Pacifico, tra l’equatore ed il tropico del Capricorno; però tra queste solo 100 sono abitate, la maggior concentrazione di popolazione è a Viti Levu, la cui capitale è Suva, e su Vanua Levu, dette isole fanno parte dell’arcipelago Malenisiano, millenni fa invece erano parte della Polinesia; un viaggio fra questi splendori incastonati nell’Oceano Pacifico meridionale non si è che a un passo del Paradiso per la bellezza incontaminata, i paesaggi che tolgono il respiro e la cordialità della popolazione.
Le più turistiche sono le 16 isole del Gruppo Yasawa, probabilmente le più belle isole tropicali del pianeta, famose per le lagune, che emergono nel Mare di Blight (dal nome del capitano di vascello, William Blight, reso celebre dall’ammutinamento del Bounty). La più grande del gruppo è Waya. Qui le spiagge e le lagune sono lambite da un mare cristallino, le baie sono immacolate e profonde, ricche di reef e sono meta ineguagliabile per gli amanti dell’immersione.
Tra le escursioni da non perdere c’è quella alla Ghost Hill, la collina fantasma, un’enorme roccia che nasconde numerose caverne. E poi, la Likuliku Bay, la baia del tramonto, una delle dieci spiagge più belle del mondo: con la bassa marea, infatti, spuntano meravigliosi coralli di ogni colore.
E’ chiamata ‘giardino delle Fiji’ l‘Isola di Taveuni, a sud di Vanua Levu, ed è il paradiso dell’ecoturismo. Qui si può ammirare una verdeggiante foresta tropicale ed è sede del Bouma National Heritage Park. E’ famosa per un altro motivo: qui passa la cosiddetta International Date Line, una linea immaginaria a 180° di longitudine che, oltrepassata, fa sì che la data cambi.