Pensioni Bankitalia Corte dei Conti pensionati solo cifre e non esseri umani

Pensioni Bankitalia Corte dei Conti pensionati solo cifre e non esseri umani

Che per i vertici governativi e bancari i pensionati siano solo cifre e non esseri umani è un fatto  inequivocabile, degno di sottolineatura in rosso poiché non si considera l’interezza della persona nella sua vita quotidiana, non si considera le difficoltà alle quali sono sottoposti per sbarcare il lunario, la vita grama di molti che hanno un vitalizio al limite minimo di sopravvivenza, si considerano i conti, i bilanci senza tenere presente che dietro a quelle cifre ci sono sofferenze, povertà, retorica? può essere ma certamente è una realtà che siamo costretti vedere giornalmente e senza pudore, il presidente della Corte dei Conti, Arturo Martucci, dichiara: ‘Ogni arretramento esporrebbe il comparto e quindi la finanza pubblica in generale a rischi di sostenibilità’ Così anche Palazzo Koch, secondo cui ‘le ultime proiezioni sulla spesa pensionistica mettono in evidenza l’importanza di garantire la piena attuazione delle riforme approvate in passato, senza tornare indietro’; non capendo, o facendo finta di non capire che la riforma Fornero è stata fatta per far quadrare il bilancio statale gravando con oneri pesanti sulle spalle dei lavoratori e pensionati.

La dichiarazione citata è stata fatta nel corso delle audizioni in Commissione di Bilancio e Senato, approfondendo la nota di aggiornamento al Def e dove si richiede al governo, da parte della magistratura contabile, di non fare retromarcia sulle pensioni, la cui conseguenza, si sa bene, che il traguardo d’arrivo alla pensione sono i 70 anni anagrafici.

La giusta replica del segretario confederale Cgil, Roberto Ghiselli, mette in evidenza la mancanza di ogni valore sull’essere umano sacrificato a conti e bilanci, dichiarando: ‘È singolare che quando si parla di pensioni, si considerino solo i conti e mai la condizione reale di vita e di lavoro delle persone’ aggiungendo: ‘La cosa è ancora più insopportabile poiché non si tiene conto del fatto che l’attuale sistema previdenziale italiano è il più restrittivo d’Europa”. Per il dirigente sindacale, “queste autorevoli istituzioni non vogliono considerare che con la legge Fornero non si è fatta una riforma previdenziale, ma solo cassa, scaricando sui lavoratori e sui pensionati l’onere principale del risanamento del paese. E che – aggiunge – è necessario trovare il coraggio politico di apportare a tale legge una radicale, seppur graduale, modifica, mettendo anche in conto la necessità di una redistribuzione degli oneri sociali da sostenere, per superare così la profonda iniquità che l’ha caratterizzata’.

Infine conclude: ‘Ma queste sono considerazioni sociali e politiche che non competono ai soggetti ascoltati oggiQuindi è bene che sia il governo ad assumersi la responsabilità di dare risposte chiare al documento sindacale sulle pensioni, in tempi celeri, come si era impegnato a fare’.

Quindi a quanto pare, secondo Bankitalia i lavoratori devono andarsene dal mondo del lavoro, a 70 anni, mentre il diktat della Corte dei Conti è che non si tocchi in alcun modo la Legge Fornero, noi cittadini, burattini tirati dai fili del potere, dobbiamo subire questa imposizione dovuta alla ragion di Stato, poco importa se si sopravvive a malapena, quello che conta è che siamo cifre contabili che devono far quadrare bilanci!

Fonte: Rassegna.it