Pensioni trasferirsi all’estero? Le buone Ragioni per farlo

Pensioni: trasferirsi all’estero? Le buone Ragioni per farlo.

Chi, ad un certo momento della propria vita, decide di stravolgerla per trasferirsi all’estero, come i pensionati, la prima ragione fondamentale che origina questo radicale cambiamento è la voglia insita nel proprio Dna di vivere una vecchiaia dignitosa, se non agiata, dopo una lunga vita di lavoro, un fatto che nel proprio paese, l’Italia, non è più possibile per le variegate angherie che il pensionato dovrebbe subire restando in patria, una patria matrigna, che non permette una dignità di vita, che permette di taglieggiare i vitalizi pensionistici meno elevati, intoccabili invece le maxi pensioni d’oro, inducendo i pensionati alla scelta di trasferirsi, ma quali sono i Paesi dove trasferirsi e le condizioni favorevoli che offrono? dove il governo non può toccate con tasse o quant’altro le pensioni?

Prestazioni maturate che si possono esportare: tutte i vitalizi pensionistici maturati con i contributi versati regolarmente, la quattordicesima, l’integrazione al trattamento minimo,  le maggiorazioni sociali.

Prestazioni di carattere assistenziali non esportabili: assegno sociale, di invalidità civili quali, ad esempio, pensione di invalidità, pensioni per i ciechi, civili e affetti da sordità; in questi casi si perde il diritto della prestazione sociale nel trasferimento all’estero.

Le buone ragioni per e come trasferirsi in questi Paesi ‘La pensione, a seguito dei trattati contro la doppia imposizione stipulati dall’Italia, è di regola pagata dall’Inps al lordo del prelievo irpef. Dunque viene tassata interamente in loco, con regole praticamente quasi ovunque più favorevoli rispetto all’Italia. Per ottenere il beneficio occorre trasferire la residenza all’estero soggiornando nel paese straniero per più di 183 giorni l’anno e iscriversi presso l’Aire, il registro nazionale degli italiani residenti all’estero. In esito a queste formalità occorre consegnare tutta la documentazione al proprio ufficio provinciale Inps con l’indicazione del conto corrente estero presso cui accreditare la pensione. La tassazione nel nostro paese è, infatti, tra le più elevate al mondo per cui il trasferimento all’estero porta quasi sempre un risparmio fiscale che può raggiungere anche migliaia di euro. A cui si aggiunge il risparmio per il costo della vita, in molti paesi inferiore a quello italiano. Per i pensionati ex-inpdap, purtroppo, la regola è completamente inversa: la pensione resta tassata sempre in Italia salvo si trasferiscano in quattro paesi (Tunisia, Cile, Australia o Senegal) oppure riescano ad ottenere la cittadinanza estera, un traguardo ben più difficile. 

Le mete più gettonate vedono ai primi posti quelle europee per la vicinanza all’Italia e per le minori formalità per il trasferimento all’estero come in particolare Spagna, Portogallo, Malta e Cipro. Qui la tassazione per i pensionati è al massimo del 5%, alla quale fino allo scorso anno si sommava una tassazione netta nazionale massima per la crisi del 3,5%. Diversi paesi hanno, peraltro, introdotto regimi fiscali ulteriormente agevolati come ad esempio la Tunisia, Malta e il Portogallo che fanno ulteriormente crescere l’appeal del trasferimento‘. /(Fonte: stralcio articolo scritto dalla redazione di Pensioni Oggi)

Fonte: PensioniOggi