RIFORMA PENSIONI: PARTITI ED ESPONENTI POLITICI LITIGANO RILASCIANO DICHIARAZIONI SUL TEMA PREVIDENZIALE CAOS INQUALIFICABILE SENZA CERTEZZE

Non si sono ancora spenti i clamori che l’ultima puntata di Martedì ha visto Matteo Salvini, leader leghista, contro l’economista dalle idee incoerenti ed ex deputato, Giuliano Cazzola sul tema previdenziale e mirato all’inaffidabilità della Riforma Fornero, il leader della Lega non ammette in nessun caso di essere qualificato e rapportato come ‘brigatista’ quando Cazzola ha tirato in ballo il defunto Marco Biagi, ucciso dalle Brigate Rosse, quale causa prima dipinta per la precarietà; Matte Salvini, secondo Cazzola, ha personalizzato la guerra contro la Riforma Fornero 2011 mentre il leader leghista si difende affermando che è nel suo pieno diritto di criticarla in quanto questa ‘una legge infame che sta rovinando milioni di persone’.

Mentre Il Movimento 5 Stelle, successivamente alla visualizzazione dei dati Inps  diffusi è partito all’attacco attraverso le dichiarazioni di Nunzia Catalfo, vicepresidente del Lavoro al Senato, che pressa il Governo ricordando la proposta di legge, presentata dal M5S, per il reddito di cittadinanza, il quale eviterebbe l’insorgere di nuovi poveri, la Catalfo, prima firmataria della proposta di legge che porterebbe la minima a 780 euro, afferma: ‘Ciò permetterebbe di vivere una vita dignitosa ai troppi pensionati che dopo aver lavorato per un’intera vita percepiscono una pensione misera che oscilla tra i 400 e i 750 euro al mese e con la quale non possono garantire la propria sussistenza’, ma solo ha rammentato che il governo Renzi, ma non ve nera proprio bisogno perché si sa, ha proprio ignorato le problematiche dei pensionati avanzando l’ipotesi di razionalizzare gli assegni sociali all’interno nel ddl delega sulla povertà!<br />

POVERI PENSIONATI!

Invece che dare risposte convincenti e concrete il Governo, attraverso le dichiarazioni di Giuliano Poletti, Ministro del Lavoro, per quanto riguardo il contrastato problema della flessibilità sul lavoro sembra estraniarsi ancora una volta dal problema esistente e sembra che questo nocciolo non si sciolga tanto rapidamente poiché il silenzio sepolcrale del Governo fa presagire che le modifiche non si attuano dall’oggi al domani, anche se Poletti sembra far intendere con: ‘Le ragioni a favore di una maggiore flessibilità in uscita hanno a che vedere con la promozione di percorsi di invecchiamento attivo: non si può immaginare di passare, da un giorno all’altro, da dieci ore a zero. Nel resto del mondo le cose vanno diversamente’; quindi sottintende una graduale diminuzione dell’orario di lavoro alla pensione come del resto l’incentivazione al part-time è stata contemplata nell’ultima legge di stabilità.

Parole su parole, litigi, discussioni, affermazioni, dichiarazione, proposte di legge, un caos che comunque non ha risposte effettive dal Governo se non accenni sfumanti, i forse, i ma che non chiariscono la posizione attuale del governo Renzi sul tema previdenziale, un ‘mistero’ che continua e che non si svelerà se non nel 2017, forse e Unione Europea permettendo!

Fonte: IlSussidario