Samarcanda sulla Via della Seta tra fascino avventura e antiche tradizioni

Samarcanda sulla Via della Seta tra fascino avventura e antiche tradizioni

Samarcanda, alcuni cenni storici, tratti da Wikipedia: la città, il cui etimo significa “fortezza di pietra” si trova lungo la via della seta nel percorso tra la Cina e l’Europa, praticamente al centro dell’Eurafrasia.

Situata al centro delle principali rotte commerciali asiatiche Samarcanda, nel corso della sua storia lunga circa 2 700 anni fu parte dell’Impero persiano, successivamente fu sotto influenza araba, poi timuride, uzbeka e, in epoche più moderne, fu dapprima sotto l’impero russo e infine parte dell’Unione Sovietica fino al 1991. Si trova a 702 metri s.l.m. e, nonostante si trovi in Uzbekistan, la maggior parte degli abitanti è di lingua tagica. Dal 2001 la città figura nella lista dei patrimoni dell’umanità dell’UNESCO sotto il titolo di Samarcanda – Crocevia di culture.

Samarcanda è una delle più antiche città del mondo, che ha prosperato per la sua posizione lungo la Via della seta, la maggiore via commerciale di terra tra Cina ed Europa. Un tempo Samarcanda fu la città più ricca dell’Asia centrale e per la maggior parte della sua storia fece parte dell’Impero persiano. Fondata tra il VII e il V secolo a.C.,[2] Samarcanda era già capitale della satrapia della Sogdiana sotto gli Achemenidi di Persia quando Alessandro Magno (nella cultura persiana noto come come Iskander Khan) la conquistò nel 329 a.C. Sotto i Sasanidi, Samarcanda rifiorì e diventò una delle città maggiori del loro Impero.

Dal VI al XIII secolo la popolazione si espanse e divenne più popolosa anche della moderna Samarcanda. In quegli anni la città conobbe l’invasione araba (che portò il suo alfabeto e convertì all’Islam la sua popolazione), quella dei Persiani e di diverse successive dinastie turche, che ne fecero una delle città più ricche di tutto il mondo islamico. Fu saccheggiata nell’anno 1220 dai Mongoli e sopravvisse solo una minima parte della popolazione, che dovette affrontare anche un sacco successivo, condotto da un altro condottiero mongolo: Barak Khan. La città impiegò decenni per ristabilirsi da quei disastri.

Qui passò anche Marco Polo che così descrisse la città: Samarcan è una nobile cittade e sonvi cristiani e saracini

Suo nipote Ulugh Beg governò il paese e la sua capitale per 40 anni. Creò varie scuole attente allo studio delle scienze e quello studio della matematica e dell’astronomia. Ordinò anche la costruzione di un grande osservatorio, di cui restano imponenti tracce.Nel 1370, Tamerlano decise di rendere Samarcanda una città stupenda e usarla come capitale dell’impero che avrebbe costruito e che si sarebbe esteso dall’India alla Turchia. Per 35 anni la città fu ricostruita e fu piena di cantieri con artigiani e architetti provenienti dalle parti più disparate dell’Impero timuride. Tamerlano fece così sviluppare la città, che divenne il centro della regione chiamata in Occidente Transoxiana e, similmente, dagli Arabi, per i quali era Mā warāʾ al-Nahr, «Ciò che è al di là del Fiume Oxus».

Nel XVI secolo gli Uzbeki spostarono la capitale a Bukhara e Samarcanda iniziò un lento declino. Dopo l’assalto dei Persiani guidati da Nadir Shah, la città fu abbandonata nel XVIII secolo. L’emiro di Bukhara tentò di ripopolare la città alla fine di quel secolo.

Nel 1868, la città divenne parte dell’Impero russo, essendo stata conquistata dal colonnello A.K. Abramov, nonostante il contrattacco da parte di forze guidate da Abdul Malik Tura, figlio dell’Emiro di Bukhara, e dal Bek di Shahrisabz. Abramov divenne il primo governatore militare della città di Okrug che i Russi scelsero come capitale amministrativa della zona. La città divenne successivamente capitale del Turkestan russo e venne raggiunta dalla ferrovia transcaspica nel 1888. Divenne capitale della Repubblica Socialista Sovietica Uzbeka dal 1925 fino al 1930.

Attualmente la città è reclamata dai nazionalisti tagiki che, oltre a essere maggioranza nel luogo, vorrebbero che essa tornasse a far parte del Tagikistan al quale dicono essa apparterrebbe storicamente,

Quando andare:   in genere i mesi migliori per visitare Samarcanda e l’Uzbekistan sono quelli delle stagioni intermedie, visto che l’aspro clima continentale dello stato e le scarse precipitazioni portano temperature abbondantemente sotto lo zero in inverno e sopra i 30 gradi in estate. In particolare aprile e ottobre sono mesi particolarmente indicati per Samarcanda, senza dimenticarsi che anche in estate le notti possono essere piuttosto fredde vista l’altitudine (700 metri slm). Da evitare i mesi invernali per via delle temperature rigide e dalle correnti gelide che provengono dal circolo polare Artico.

Cosa vedere:  naturalmente è nella parte vecchia di Samarcanda che ci sono i monumenti da vedere. E naturalmente, si tratta di monumenti bellissimi. A cominciare dal Registan, un complesso di madrase (le scuole coraniche) maestose e imponenti. Gli edifici sono adornati da mosaici di lapislazzuli. Un  gioco di incastri armonioso che rende quest’insieme di madrase uno dei monumenti più straordinari dell’Asia centrale. Questo era il centro commerciale della Samarcanda del medioevo.

Il monumento più suggestivo di Samarcanda è invece la strada funeraria: Shahi-Zinda, che significa “tomba del re vivente”. C’è un santuario interno – meta attuale di pellegrinaggi – e tombe in cui furono sepolte famiglie e favoriti della corte di Tamerlano e lo stesso nipote di questi,  Ulughbek.

Il monumento più grande di Samarcanda è sicuramente la moschea Bibi-Khanym: gigantesca, la sola porta principale era alta trentacinque metri. Probabilmente quando fu costruita (su ordine della moglie di Tamerlano) era una delle maggiori del mondo islamico. Si trattò di un’architettura al limite delle possibilità:  quanto consentito dalle tecniche costruttive di allora. Il che fu anche la sua rovina; l’edificio crollò definitivamente nel corso del terremoto del 1897.

Il monumento più storico di Samarcanda è il mausoleo Guri Amir, dov’è sepolto Tamerlano, ai margini della città vecchia. Poi c’è il sito archeologico dell’antica Samarcanda, il bazar frenetico e variopinto, le altre moschee… insomma Samarcanda è una città in cui è necessario tornare.

Fonti: Wikipedia-Paesionline