2 febbraio 2017 Giorno della Candelora tradizioni origini significato

Oggi 2 febbraio 2017 si festeggia il giorno della Candelora, le cui origini, tradizioni e significato affondano nel tempo;

Candelora è il nome con cui è popolarmente nota in italiano (ma nomi simili esistono anche in altre lingue) la Festa della Presentazione al Tempio di Gesù (Lc 2,22-39), celebrata dalla Chiesa cattolica il 2 febbraio. Nella celebrazione liturgica si benedicono le candele, simbolo di Cristo “luce per illuminare le genti”, come il bambino Gesù venne chiamato dal vecchio Simeone al momento della presentazione al Tempio di Gerusalemme, che era prescritta dalla Legge giudaica per i primogeniti maschi.

Fino alla riforma liturgica successiva al Concilio Vaticano II, e tuttora nella forma straordinaria del rito romano, la festa è chiamata Purificazione della Beata Vergine Maria.

La festa viene osservata anche dalla Chiesa Ortodossa e da diverse chiese Protestanti. In molte zone e in diverse confessioni è tradizione comune che i fedeli portino le proprie candele alla chiesa locale per la benedizione.

Celebrazioni legate alla luce in questo periodo dell’anno esistevano anche in alcune tradizioni religiose precristiane. Alcuni studiosi ipotizzano che la Candelora cristiana possa essere stata introdotta in sostituzione di una festività preesistente, anche vista la coincidenza del periodo dell’anno con il periodo di 40 giorni dopo la nascita di Gesù.

La festa di Imbolc, nella tradizione celtica, segnava il passaggio tra l’inverno e la primavera, ovvero tra il momento di massimo buio e freddo e quello di risveglio della luce.

Nel mondo romano la Dea Februa (Giunone) veniva celebrata alle calende di febbraio (nel calendario romano i mesi seguivano il ciclo della luna. Il primo giorno di ogni mese corrispondeva al novilunio (luna nuova) ed era chiamato “calende”, da cui deriva il nome “calendario”)

IRPINIA – In Campania la Candelora viene celebrata, per motivazioni diverse, con un grande evento da migliaia di persone omosessuali (e non solo). Dai locali viene definita la “Festa dei femminielli”. A Montevergine la “Juta” è ormai una festa tra il sacro e profano: il 2 febbraio si ricorda quel giorno del 1256 quando la Madonna di Montevergine, che tutti chiamano Mamma Schiavona, commossa dal sentimento di due amanti omosessuali incatenati sulla montagna e condannati a morire di freddo e fame, e addirittura sbranati dai lupi, li salvò scaldandoli con la sua luce.  La “Juta” si festeggia con balli pagani, abiti appariscenti, nonostante in passato ci siano stati momenti di scontro con l’abate di Montevergine. Anche oggi, come succede da anni ormai, madrina dell’evento sarà Vladimir Luxuria. Presenti anche tante associazioni per i diritti omosessuali.

Fonte: Wikipedia – Quotidianonet