29 giugno SS. Pietro e Paolo credenze popolari

29 giugno SS. Pietro e Paolo credenze popolari. Nelle tradizioni contadine ci sono molte credenze popolari relativi a santi riguardo ai raccolti, d’altra parte l’essere umano si affida alla sua fede per avere la speranza che tutto vada per il verso giusto e se Madre Natura si ribella a volte, il dogma della fede aiuta sempre a sperare che compiendo determinati riti cristiani che oltretutto sanno anche di pagano probabilmente avranno la benevolenza dei santi o di Dio in persona.

C’è una antichissima tradizione molto affascinante dopotutto che si celebra proprio tra la notte del 28 al 29 giugno, festa dei SS. Pietro e Paolo, chiamata la barca di San Pietro, si mette una bacinella colma di acqua sul davanzale della finestra e si versa un albume d’uovo, al chiaro di luna, e la si lascia riposare tutta la notte, lasciandola anche alla rugiada del primo mattino, l’indomani una magia ha trasformato quell’albume in una specie di vela e da questo si traggono le previsioni per i raccolti, per il sostentamento della famiglia.

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Fermo restando che questa tradizione era pagana quando i SS. Pietro e Paolo ancora non esistevano, infatti questo rito si faceva quando avveniva il Solstizio d’estate, poi legato a Pietro in quanto egli era un pescatore di ‘anime’ e questo fa capire che ci si ritrova a un adattamento alla’esoterismo cristiano legato profondamente ai santi, è quindi il dogma della fede che in ognuno di noi alberga che dona la speranza di un futuro migliore, di un desiderio espresso che venga tradotto in realtà da una ‘magica’ notte.

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Nel mondo contadino antico era molto radicato e a questo proposito si trae uno stralcio di un articolo uscito dal sito mondomedievali che ci fa capire bene qual’era allora la credenza:

Le meraviglie dovute alla magia, le meraviglie diaboliche, erano difficili da distinguere dai miracoli veri e propri e soprattutto dalle meraviglie naturali create da Dio o col consenso di Dio. Ecco perché dunque il termine magia si carica di due valenze diametralmente opposte: opera di satana e opera concessa da Dio, contatto tra la terra e il cielo. Questa idea è ben espressa da Pico della Mirandola che, parlando dell’alchimia, afferma:

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«La magia studia quel legame dell’universo che i greci chiamano simpatia, che approfondisce la comprensione dell’essenza delle cose e fa uscire dal grembo della terra occulti miracoli. Come il contadino unisce la vite all’olmo, così colui che coltiva l’arte magica, unisce la terra al cielo e mette in contatto il mondo inferiore con le forze del mondo superiore» (Pico della Mirandola).”

Fonte: mondimedievali

Foto di GreenMe