Accadde Oggi Robert Hoppenheimer importante fisico muore 18 febbraio 1967

Accadde Oggi Robert Hoppenheimer importante fisico muore 18 febbraio 1967.

Robert Oppenheimer fu un importante fisico statunitense, di origini tedesche ed ebraiche. I suoi contributi in campo scientifico si ritrovano soprattutto nel contesto della meccanica quantistica: fu il primo a capire l’effetto tunnel quantistico, ad avvicinarsi alla scoperta del positrone, a formulare teorie sulle piogge di raggi cosmici e a verificare il collasso di grandi stelle causato dalla forza gravitazionale.

La storia tuttavia lo ricorda soprattutto per aver partecipato alla costruzione della prima bomba atomica nell’ambito del progetto Manhattan durante la Seconda Guerra Mondiale; Oppenheimer ebbe in seguito una crisi di coscienza che lo indusse a rifiutare di lavorare per la bomba all’idrogeno.

Julius Robert Oppenheimer nasce il 22 aprile del 1904 a New York, figlio di Ella, una pittrice, e di Julius, un ricco importatore di tessuti ebreo giunto negli Stati Uniti dalla Germania nel 1888. Nel 1912 la famiglia Oppenheimer si trasferisce in un appartamento di Riverside Drive, a Manhattan, un’area lussuosa: e in effetti la ricchezza economica dei genitori di Robert è confermata dalla loro collezione di arte, che include opere di Picasso e Van Gogh.

Il piccolo Robert, dopo avere frequentato la Alcuin Preparatory School, viene iscritto alla Ethical Culture Society School fondata da Felix Adler, ispirata al movimento Ethical Culture.

Appassionatosi alla letteratura francese e alla mineralogia, Robert completa il terzo e il quarto anno in un anno solo.

In seguito, entrato all’Harvard College all’età di diciotto anni, deve fare i conti con una malattia piuttosto grave: per riprendersi, viene spedito nel New Mexico. Tornato in salute, recupera il tempo perso per lo studio e viene ammesso alla Phi Beta Kappa; nel giro di tre anni, si laurea summa cum laude.

Nel 1924 viene a sapere di essere stato ammesso al Christ’s College di Cambridge; quindi, scrive a Ernest Rutherford per chiedergli il permesso di lavorare al Cavendish Laboratory. Il rapporto con Rutherford si esaurisce presto, ma alla fine Robert Oppenheimer riesce a entrare in contatto con J. J. Thomson; nonostante il conflitto con il suo insegnante, Patrick Blackett, Oppenheimer raggiunge il suo scopo.

Nel 1926 prosegue gli studi presso l’istituto Georg-August di Gottinga, e poco dopo invia a una rivista tedesca molto autorevole, la “Zeitschrift fuer Physik”, un articolo intitolato “La teoria quantistica degli spettri continui“.

Nel 1927 egli ottiene il dottorato, mentre intraprende rapporti stretti con diversi fisici europei. In questo periodo, inoltre, si fa notare per le sue ricerche, che si pongono l’obiettivo di rendere più semplice l’indagine degli spettri molecolari; e un punto di riferimento per tutti gli studiosi impegnati nel settore molecolare diventa l’approssimazione di Born – Oppenheimer, un trattato da lui scritto con la collaborazione di Max Born.

Nel 1928, il fisico di New York scopre l’effetto tunnel (che successivamente sarà alla base del funzionamento dei transistor a singolo elettrone e dei microscopi a scansione a effetto tunnel): lo fa conoscere al mondo scientifico nel mese di marzo grazie a un articolo pubblicato su “Proceedings of the National Academy of Sciences”, nel quale viene spiegato che gli elettroni possono essere liberati dal nucleo originario anche con un campo elettrico debole.

Nei primi mesi del 1929, mentre valuta alcune offerte provenienti dagli Stati Uniti, Robert Oppenheimer decide di fermarsi a Zurigo insieme con Wolfgand Pauli: in questo periodo la comunità scientifica sta dibattendo della teoria quantistica dell’elettrone di Paul Dirac.

Proprio in questo contesto Oppenheimer si avvicina molto alla scoperta dei positroni, particelle con una massa uguale alla massa degli elettroni.

In seguito egli torna in America, dove si divide tra il California Institute of Technology e l’Università di Berkeley, impegnato sia in qualità di insegnante di fisica teorica che in qualità di ricercatore; si dedica allo studio dell’acceleratore di particelle e alle potenziali conseguenze derivanti dal ricorso ai deuteroni nel bombardamento di nuclei pesanti.

Alla fine degli anni Trenta pubblica “La contrazione gravitazionale”, in virtù della quale pone le basi teoriche sulle ultime fasi dei processi stellari e avanza l’ipotesi dell’esistenza dei buchi neri e delle stelle di neutroni.

Nel 1942 viene chiamato dal governo statunitense a dirigere il Progetto Manhattan, e per farlo decide di chiamare a sé i fisici nucleari più importanti del mondo.

Il Progetto Manhattan è quello che porta allo sviluppo e alla produzione delle prime bombe atomiche che vengono lanciate nel corso della Seconda Guerra Mondiale: a Oppenheimer spetta la direzione scientifica, mentre al generale Leslie Groves viene assegnato il coordinamento amministrativo e gestionale.

A Oppenheimer, in particolare, viene chiesto di studiare se un’arma atomica sia fattibile: egli, quindi, si mette al lavoro sulla questione della diffusione dei neutroni in una reazione a catena (con la collaborazione di Robert Serber, dell’Università dell’Illinois), interrogandosi anche sull’idrodinamica e sugli effetti che l’esplosione derivante dalla reazione a catena potrebbe provocare.

Nel giugno del 1942 Oppenheimer riunisce presso l’Università della California teorici come Edward Teller, Hans Bethe, Richard Tolman e Felix Bloch, che sanciscono la fattibilità di una bomba a fissione: è il primo passo verso la costruzione delle bombe atomiche.

Dopo il lancio delle bombe in Giappone, a Hiroshima e Nagasaki, Robert è consapevole delle proprie responsabilità: in seguito alla fine della guerra, infatti, nominato presidente del comitato consultivo della commissione per l’energia atomica, si opporrà alla costruzione della bomba a idrogeno.

I fisici hanno conosciuto il peccato” – fu il suo commento dopo l’esplosione della bomba di Hiroshima. Appena venti giorni prima, durante il Trinity test aveva pronunciato un’altra terribile frase, ripresa dal Bhagavadgita (testo sacro dell’Induismo): “Sono diventato Morte, il distruttore di mondi“.

Nel 1963 gli venne assegnato il Premio Enrico Fermi, come simbolo di una sorta di riabilitazione storica.

Robert Oppenheimer morì a 61 anni il 18 febbraio del 1967, a Princeton.

Fonte: Biografieonline