Condannato a 30 anni per adescamento di donne e minorenni, l’autore di “I believe I can fly”. Il cantante R. Kelly (55 anni) il cui vero nome è Robert Sylvester Kelly è stato ritenuto colpevole del reato di adescamento di donne e minori, oltre ad avere gestito – per oltre vent’anni – a Chicago una rete criminale con lo scopo di reclutare donne per sottoporle ad abusi sessuali, fisici e psicologici.
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Questa la condanna inflitta all’autore del famoso brano “I believe I can fly” con cui nel 1996 vinse un Grammy. Secondo l’accusa il cantante era uno “stupratore seriale e n predatore che manteneva il controllo sulle sue vittime con qualsiasi trucco”.
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La prima testimone delle sue violenze è stata una donna che ha dichiarato che R. Kelly ‹‹ Un Pifferaio Magico che adescava minori con i suoi soldi e la sua celebrità. Con ogni vittima diventavi più malvagio. Usavi fama e potere per allevare ragazze e ragazzi minorenni e asservirli alla tua gratificazione sessuale››.
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Il caso è scoppiato nel 2017 grazie all’indagine del giornalista, Jim DeRogatis che ha raccolto la denuncia una denuncia da parte dei genitori di una ragazza caduta nella trappola del cantante. Però l’ombra di pedofilia e violenza sessuale l’aveva già colpito nel 2002 quando fu incriminato per 13 accuse di pedo-pornografia da cui fu assolto nel 2008.
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