Egadi isole incantate da scoprire

Egadi isole incantate da scoprire. Noi italiani sognamo per le nostre vacanze terre lontane, isole sperdute nel mondo da scoprire, abbiamo quasi tutti una anima esterofila senza pensare che in Italia esistono delle meraviglie della natura con un passato tutto da leggere, come le isole Egadi per esempio, un passato addirittura del periodo paleolitico-neolitico come racconta la ”Grotta del Genovese”, una grotta santuario che costudisce gelosamente graffiti e pitture disegnati con una abilità artistica impressionante che raffigurano il quotidiano dei nostri antenati, la caccia, la loro spiritualità, le loro danze.

I primitivi attraversarono una lingua di terra che allora univa Levanzo e Favignana alla Sicilia, queste piccole tribù vivevano di caccia e pesca, raccoglievano molluschi e si nutrivano dei dono offerti dalla nostra Madre Terra, e il loro rifugio erano le grotte, come quelle di Uccerie e della Madonna a Favignana, poste vivicno ai Faraglioni.

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Poi intorno al 6000 a.C questa striscia di terra si fece sempre più esigua finchè Levanzo e Favignana si divisero dalla Sicilia, diventando così isole separate.

Fu il commercio che fece sì che i Fenici giunsero alle sponde delle isole e dove si insediarono per le loro attività commerciali, in quanto le isole erano in una posizione strategica favorendo così gli scambi con la Sicilia a un tiro di schioppo, della loro permanenza a Favigana, zona nord-orientale di San Nicola e del loro insediamento è rimasta la traccia nelle grotte dove abitavano, luogo sacro e necropoli.

grotta del genovese

Anche a Roma, che stava crescendo per dventare un impero dai confini senza limiti, si deve lo scontro decisivo sul tratto di mare a nord di Levanzo la I guerra punica dove l’esercito romano era contrapposto a quello cartiginese, appunto per questa Battaglia delle Egadi si deve la nascita della prima provincia romana in Sicilia, molte sono le testimoianze archeologiche lasciate dai romani, addirittura di uno stabilimento formato da 8 vasche quadrangolari rivestite in coccio pesto, atte alla lavorazione del pescato e non solo, si può vedere anche i resti del Bagno delle Donne, una sorta di ninfeo che riceveva acqua dal mare mediante un condotto.

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Diverse sono state le dominazioni dopo l’era romana: il Periodo Palecristiano, i Saraceni e i Normanni, la Dminazione spagnola e tutte lasciarono la loro impronta; ora si parlerà dei Pallavicino e della famiglia Fiorio che cercarono di dare lustro alle isole Egadi.

Nel 1640 la corona spagnola si era gravemente indebitata al punto da essere costretta a cedere le Isole Egadi, con il loro mare e le tonnare, al genovese Camillo Pallavicino (a titolo allodiale dalla Regia Corte di Sicilia), che ottenne il consenso per mettere le Egadi a coltura e popolarle. Per rendere ospitali le isole, i Pallavicino effettuarono opere di bonifica del suolo, introdussero a Favignana l’agricoltura, si costruirono le prime case presso la chiesetta di S. Anna, le grotte (precedentemente utilizzate come abitazioni) vennero trasformate in stalle e fienili. A Levanzo vennero realizzati vigneti, mentre Marettimo fu utilizzata prevalentemente per il rifornimento di legname. L’operazione di ripopolamento delle Isole Egadi, condotta dai Pallavicino, fu realizzata soprattutto per poter reperire in loco la forza lavoro necessaria per la pesca del tonno.

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Sotto i Pallavicino le Isole Egadi godettero un periodo di prosperità e crescita. Si deve a quest’ultimi, sotto la spinta della Corona, la costruzione nel 1764 della chiesa Madrice a Favignana. Nel 1874 le Isole Egadi e la Tonnara furono vendute a Ignazio Florio, anche se già nel 1841 Vincenzo Florio aveva preso in gabella le tonnare di Favignana e Formica dai Pallavicino. La famiglia Florio rappresentò il periodo più florido per l’arcipelago egadino, soprattutto grazie alla Tonnara e alle attività economiche ad essa relative, trasformando Favignana nella “Regina delle tonnare”. Oltre al grandissimo impulso dato all’economia isolana, i Florio cambiarono l’aspetto di Favignana sistemando l’intero arco portuale con una serie di manufatti la cui progettazione fu affidata all’architetto Damiani Almeyda: il Palazzo Florio, la Camparia, lo Stabilimento Florio e la chiesetta di S. Antonio.

E ora un breve excursor del XIX secolo delle Isole Egadi: Ferdinando di Borbone era re delle Due Sicilie quando alla fine del secolo XIX nascevano in Italia i primi focolai di iniziative nate sotto la spinta della libertà che avrebbero condotto al Risorgimento.
La reazione dei Borboni non tardò ad arrivare. Sotto la spinta della repressione I forti di S. Caterina e S. Giacomo a Favignana, e il castello di Punta Troia a Marettimo, furono trasformati in carceri per i dissidenti politici. A testimonianza di ciò in una segreta del forte di S. Caterina fu trovato scritto col carbone: “Qui fu sepolto vivo lo sventurato ergastolano politico Giovanni Nicotera”. Nel castello di Punta Troia, nella fossa ricavata da una cisterna fu rinchiuso Guglielmo Pepe che descrisse le sua prigionia nelle “Memorie”.

Con lo sbarco di Garibaldi a Marsala, nelle Isole Egadi arrivarono pace e libertà. La notte del 10 maggio 1860, arrivarono alle Egadi i due vapori “Piemonte” e “Lombardo”, che trasportavano i Mille di Garbaldi, con l’obiettivo di realizzare l’impresa di liberare il Regno delle Due Sicilie dal dominio borbonico per unificare l’Italia. Con loro c’era un Favignanese, Sebastiano Galigarsia, che morì pochi giorni dopo combattendo nella battaglia di Calatafimi. Galigarsia non fu l’unico favignanese a far parte dei Mille, infatti i documenti ne menzionano almeno altri dodici che lo raggiunsero e almeno quattordici quelli che lasciarono l’esercito borbonico per far parte del nuovo Esercito Nazionale.

Oggi queste due splendide perle, tuffate nel Mar Tirreno, sono meta di turisti che amano la natura, che vogliamo rilassarsi in un luogo dove la natura domina e il mare sussurra, un luogo dove sostare diventa un obbligo per la rara bellezza che le Isole Egadi offrono, per questo è necessario fare le valigie e cercare nel nostro bellissimo e tormentato Paese, l’Italia, quei paesaggi, quelle località per incrementare il nostro turismo nazionale, lasciando l’estero per tempi migliori.

Foto di Viaggio nel Mondo Travel Magazine

Foto di Favignana