Franco Battiato poeta mistico del pop si spegne il 18 maggio 2021 Video

Franco Battiato poeta mistico del pop si spegne il 18 maggio 2021 Video

Franco Battiato poeta mistico del pop si spegne il 18 maggio 2021 Video. Dall’esordio sperimentale alle prime incisioni di musica leggera, dall’elettronica all’avanguardia fino alla musica operistica e sacra, tutto questo è riassumibile nella carriera di colui che è forse il cantante italiano più particolare, eclettico ed acculturato in assoluto.

Quando il giovane Battiato incominciò a farsi strada nel mondo della musica leggera alla fine degli anni sessanta, probabilmente nessuno avrebbe potuto immaginare che quel ragazzo sarebbe stato capace di passare da quel genere così facile e immediato alla sperimentazione più sfrenata per poi mutare di nuovo direzione, arrivare al grande successo con dischi di più facile ascolto e dedicarsi successivamente alla musica classica e lirica.

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Francesco Battiato – questo il suo vero nome – nasce il 23 marzo 1945 a Ionia, un paesino in provincia di Catania. Il nome Franco gli viene suggerito da Giorgio Gaber.

Sin dai primi anni Settanta Franco Battiato partecipa attivamente alle correnti di ricerca e sperimentazione europee. Le sue prime incisioni discografiche escono, fra il 1971 e il 1975, per l’etichetta sperimentale Bla Bla e portano titoli originali ed evocativi quali gli ormai mitici “Fetus”, “Pollution”, “Sulle corde di Aries”, “Clic” e “Madamoiselle le Gladiator”.

Passa poi alla Ricordi con la quale pubblica altri album di impatto poco commerciale come “Battiato”, “Juke Box” e “L’Egitto prima delle sabbie”, contenente uno straniante brano per pianoforte che gli vale addirittura il premio Stockhausen (il premio prende il nome dal nume tutelare dell’avanguardia colta).

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Neanche a dirlo, però, le vendite dei dischi del musicista siciliano sono ai minimi storici, motivo per cui la Ricordi lo licenzia. Lo prende in carico la Emi, e l’investimento non poteva essere migliore.

Battiato, infatti, abbandona i cerebralismi prima maniera e si abbandona al pop di marca canzonettistica, seppur rivisitato in chiave intellettualoide e senza mai cedere al gusto imperante. Nel 1979 pubblica quindi l’album della “conversione”, quello destinato a disorientare i selezionati fan conquistati con tanto sacrificio, “L’Era del Cinghiale Bianco“. I quali fan, poco propensi al mondo della musica leggera, avevano sentito ancora poco rispetto ai successivi lavori, ancora più sfacciatamente commerciali.

Nel 1980 è la volta di “Patriots”, ancora di discreto successo ma l’anno dopo arriva “La voce del padrone“, il vero e proprio miracolo commerciale firmato Franco Battiato. Alcune canzoni del disco lo fanno diventare un caso nazionale (come dimenticare frasi come “cuccurucucù paloma” o “centro di gravità permanente”, ormai diventati quasi degli slogan?) mentre l’album staziona al vertice della classifica italiana per un anno, vendendo oltre un milione di copie.

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Gli album successivi sono: “L’arca di Noè” (1982), “Orizzonti perduti” (1983), “Mondi lontanissimi” (1985), “Echoes of sufi dances” (1985), che ripetono in parte il successo della “Voce” senza tuttavia arrivare a quelle vette clamorose. Nel 1985 intanto il cantante, desideroso di maggiore autonomia gestionale, avvia in collaborazione con Longanesi  le edizioni “L’Ottava”, e, nel 1989, l’omonima etichetta discografica dedicata alla musica “di frontiera”.

Sul piano creativo, invece, Battiato cambia ancora una volta registro: si intestardisce nel voler comporre un’opera per il teatro. Nasce dunque “Genesi”, che debutta al Teatro Regio di Parma il 26 aprile 1987, accolta con trionfale consenso dal pubblico ma con una punta di scetticismo da parte degli addetti ai lavori.

Per la Emi escono invece ancora “Nomades”, “Fisiognomica” e il doppio album dal vivo “Giubbe rosse”.

Nel 1991 incide un altro bellissimo album dal titolo singolare: “Come un Cammello in una grondaia”. Il disco contiene, oltre a lieder ottocenteschi e canzoni originali, quel vero e proprio manifesto sull’Italia di oggi che è “Povera Patria“. Inoltre, lavora alla sua seconda opera lirica, “Gilgamesh”, che debutta con successo al Teatro dell’Opera di Roma il 5 giugno 1992.

Segue il tour di “Come un cammello….”: Battiato è accompagnato da musicisti del calibro orchestra de I Virtuosi Italiani, dal pianista Antonio Ballista e dal violinista Giusto Pio. Il 4 Dicembre 1992 con i Virtuosi Italiani è a Baghdad, in concerto con l’Orchestra Sinfonica Nazionale Irachena. Lo scopo è quello di gettare un ponte su mondi così diversi come quello mediorientale e quello occidentale.

Nell’ottobre 1993 Franco Battiato pubblica, sempre per la Emi, la raccolta di canzoni “Caffè de la Paix”, che si classifica miglior disco dell’anno nel referendum fra la stampa specializzata promosso dalla rivista Musica e Dischi; nello stesso periodo debutta la “Messa Arcaica”, composizione per soli, coro e orchestra.

Un anno dopo, nel settembre del 1994, su commissione della Regione Sicilia, per l’ottavo centenario della nascita di Federico II di Svevia viene rappresentata nella Cattedrale di Palermo l’ opera “Il Cavaliere dell’intelletto”, con testi del filosofo Manlio Sgalambro, suo collaboratore fisso e responsabile dell’altro libretto musicato dall’autore siciliano “L’ombrello e la macchina da cucire” – oltre che di numerose canzoni.

Nell’autunno del 1996, con la casa discografica Polygram, esce “L’imboscata” contenente, tra l’altro, il brano “La cura” con la quale al cantautore viene attribuito il premio come miglior canzone dell’anno. Nel 1997 segue anche il ritorno di Battiato nei palasport con un lungo e applauditissimo tour. A Settembre del 1998 esce “Gommalacca”, contenente il singolo di grande successo “Shock in my town”. Questo album prosegue il discorso musicale iniziato con “L’imboscata”, arricchendolo ulteriormente di sonorità dure e spigolose.

Il 22 ottobre 1999 viene invece pubblicato “Fleurs”, una raccolta di “Cover” molto apprezzata dalla critica. Tra gli ultimi lavori del millennio di Battiato c’è “Campi magnetici”, uscito nel 2000 e che contiene le musiche del balletto commissionate dal Maggio Fiorentino e l’album “Fleurs 3”, un prosieguo del fortunato disco di rivisitazioni.

Nel 2003, però, il cantante si è anche cimentato con la regia, girando il film ”Perdutoamor”.

Nel dicembre 2004 esordisce come presentatore di un programma culturale in sei puntate, del quale è stato anche il curatore: Bitte, keine réclame (“Per favore, niente pubblicità”), andato in onda sul canale satellitare Rai Doc.

Nel nuovo decennio partecipa al Festival di Sanremo 2011 accompagnando Luca Madonia con il suo brano “L’alieno”.

Nell’autunno del 2012 esce il suo nuovo disco “Apriti sesamo”; all’inizio del mese di novembre dello stesso anno diventa assessore al Turismo e allo Spettacolo per la regione Sicilia. L’esperienza dura pochi mesi e Battiato non riceve alcun compenso.

Nel 2019 pubblica il suo ultimo disco: “Torneremo ancora”, dopodiché si ritira dalle scene.

Nel 2020 lo scrittore Aldo Nove  pubblica la biografia dell’artista siciliano (Sperling & Kupfer).

Malato da tempo, Franco Battiato si spegne all’età di 76 anni il 18 maggio 2021, nella sua casa di Milo (Catania).

Fonte: Biografieonline

Foto di Biografieonline