Governo quale ripresa mondo lavoro? disoccupazione aumentata

 

 

fabbriche

Si è detto da più parti politiche che la ripresa economica, partendo dal mondo del lavoro, è in continua ascesa ma un articolo su La Repubblica, Economia & Finanza, con dati Istat alla mano rivela che l’Italia sta retrocedendo,  con il tasso di disoccupazione più alto del 1,9%,  e ancora questi politicanti non hanno compreso o se lo hanno compreso lo ignorano volutamente, che il mondo del lavoro è strettamente legato all’età pensionabile innalzata dalla Legge Fornero,  non avendo ricambio generazionale, avendo occupati che hanno un’età avanzata come può evolversi il mondo del lavoro in meglio con l’occupazione? quale ripresa ci può essere se tutto è cambiato ma nulla è cambiato? La flessibilità in uscita è soggiogata all’Ape, prestito pensionistico, e certamente non saranno molti i lavoratori che vogliono subire questo ricatto, questo debito di 20 anni con lo Stato, nell’età avanzata in cui i debiti fanno paura, ma quale ripresa del mondo del lavoro? 

Articolo di La Repubblica, Economia e Finanza: ‘Sale la disoccupazione in Italia, anche a causa della crescita di italiani che si mettono attivamente in cerca di lavoro (non riuscendo nel loro intento). Secondo i dati dell’Istat riferiti al mese di novembre, il tasso di senza lavoro è salito all’11,9% registrando dunque un aumento di 0,2 punti percentuali su base mensile e raggiungendo il livello più alto da un anno e mezzo (era il giugno del 2015). La stima dei disoccupati è in aumento (+1,9%, 57 mila senza lavoro in più), dopo il calo dello 0,6% registrato nel mese precedente. “L’aumento è attribuibile a entrambe le componenti di genere e si distribuisce tra le diverse classi di età, ad eccezione degli ultracinquantenni”, annotano gli statistici.

infografica

Proprio questi ultimi sono tra i protagonisti dei dati più positivi: se si guarda aglioccupati, infatti, a novembre si registra una lieve espansione (+0,1%, +19 mila persone) mensile. “L’aumento riguarda le donne e le persone ultracinquantenni”, specificano i ricercatori. Dal punto di vista della natura dei rapporti di lavoro, aumentano gli indipendenti e i dipendenti permanenti, mentre calano i lavoratori a termine. Il tasso di occupazione è pari al 57,3%, in aumento di 0,1 punti percentuali rispetto a ottobre.

Se si allarga l’osservazione al trimestre settembre-novembre, emergono chari i tratti caratteristici di questa fase del mercato del lavoro: una sostanziale stazionarietà degli occupati, esaurita la spinta che si era vista nei mesi scorsi grazie agli sgravi fiscali. Nel trimestre, infatti, “si registra un lieve calo degli occupati rispetto al trimestre precedente (-0,1%, pari a -21 mila). Il calo interessa gli uomini, le persone tra 15 e 49 anni e i lavoratori dipendenti, mentre si rilevano segnali di crescita per le donne e gli over 50”. Numeri che fanno dire a Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori, che “nessuna riforma del lavoro può funzionare fino a che i consumi restano al palo e questo per la semplice ragione che fino a che le famiglie non acquistano, le imprese non vendono e non necessitano, quindi, di lavoratori aggiuntivi”.

infografica1

Da notare, come accennato, il miglioramento dell’atteggiamento dei cittadini verso la ricerca di occupazione: la maggiore partecipazione al mercato del lavoro da parte degli italiani (con riflessi sul peggioramento complessivo del tasso di senza lavoro) si vede nel calo della stima degli inattivi tra i 15 e i 64 anni: -0,7%, pari a 93 mila persone che non lavorano – né cercano – in meno. “Il calo”, dice l’Istituto, “interessa entrambe le componenti di genere e tutte le classi di età. Il tasso di inattività scende al 34,8%, in diminuzione di 0,2 punti percentuali”.

infografica2

Se il quadro è tutto sommato positivo per le fette di popolazione più avanti con gli anni, per i giovani si registra un balzo del tasso di disoccupazione: si porta al 39,4%, in aumento di 1,8 punti percentuali rispetto al mese precedente, e tocca così il livello più alto da ottobre 2015. L’incidenza dei giovani disoccupati sul totale dei ragazzi tra 15 e 24 anni è pari al 10,6%: poco più di un giovane su 10 è disoccupato.’

Forse questi quadri riassuntivi dovrebbero essere posti all’attenzione del Ministro del Lavoro che precisa i giovani che emigrano sono zavorra inutile quindi fuori dai piedi; questi grafici dovrebbero far riflettere i politicanti che inseguono business e multinazionali ma non seguono i lavoratori e i pensionati, contribuenti a tutti gli effetti, sono affetti di cecità o del tutto indifferenti se l’Italia sta andando a rotoli, riforme sul mondo del lavoro, riforme previdenziali e sociali dove sono effettivamente attive per una rinascita economica del Paese? o secondo il Governo bastano piccole elemosine elargite con così tanta benevolenza per avere in cambio assensi per i propri partiti politici? Le cifre non mentono, i politici mentono!

Fonte: LaRepoubblica