Incidente mortale sul lavoro a Roma

Incidente mortale sul lavoro a Roma

Incidente mortale sul lavoro a Roma. L’operaio era impegnato su un ponteggio per la ristrutturazione di una palazzina in via Merulana all’Esquilino, cadendo ha riportato ferite tali da morire di colpo, aveva circa 50 anni, sul posto il 118, Vigili dle fuoco e la polizia.

Oltre mille le ‘vittime di pace’, come vengono chiamate chi muore durante il lavoro, un lunga fila di nomi che si portano dietro famiglie in disperazione, figli orfani e vedove, vittime che probabilmente si potevano risparmiare avendo le norme di sicurezza regolari, i dati aridi delle statistiche dichiarano che nel 2020 sono stati 1280 i decessi, al ritmo di 3 al giorno,, uno ogni 8 ore..

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Bruno Giordano, Direttore dell’Ispettorato Nazionale ha dichiarato: ”Un infortunio non è solo un danno alla persona, ma anche allo Stato. Abbiamo spese legali, previdenziali, sanitarie, giudiziarie. Tutto questo rappresenta almeno il 3% del Pil”.

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Solo a Roma e provincia sono salite a 38 le vittime sul lavoro in questo disgraziato anno che sta per finire, a nulla valgono le norme imposte dall’Ispettorato nazionale perché ci sono resistenze burocratiche che le rendono inapplicabili, ed è inammissibile!

Sul posto della tragedia è intervenuta l’assessora di Roma che ha dichiarato: ”Ancora un incidente mortale sul lavoro in un cantiere della nostra città. Un elenco di vittime inaccettabile sul quale non ci possiamo rassegnare.

”Le indagini diranno con più esattezza cosa è accaduto, ma i numeri degli incidenti sono vertiginosamente in aumento e questo è un dato che collegato alla ripresa del settore edilizio, ci deve chiamare ad azioni concrete e rapide per garantire che le ditte mettano in campo tutte le misure di sicurezza necessarie a tutela dei lavoratori. Dobbiamo fare presto e bene. Alla famiglia dell’operaio coinvolto esprimo il mio più profondo cordoglio e quello di Roma Capitale”.

Parole di cordoglio per una delle tante morti bianche, azioni che seguono le parole poche se non nulle considerati i numeri, un esempio eclatante lo ha dato Bruno Giordano, dichiarando: ”Se io ho 42 ispettori del lavoro in ufficio a Reggio Calabria e le Asl ne hanno invece 10 tra Reggio, Palmi e Locri, perché non devo poter mettere a disposizione delle Asl i miei ispettori?”.

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Questa dichiarazione ha solo un significato, i compartimenti stagni dovuti a gelosie tra i vari Ispettorati, Regioni con le Asl, Inail, Inps, che non rendono possibile una interazione per avere una banca dati unica sulle norme di sicurezza sul lavoro, una vergogna riprovevole in una società moderna come si dice sia la società italiana, dove non manca di tecnologia, manca solo la voglia di voler fare!

Fonte: Romatoday

Fonte: La Repubblica

Foto di Fanpage