Insonnia combattiamola con l’escolzia

Insonnia combattiamola con l’escolzia. Madre Natura sempre generosa con l’essere umano, che non ricambia per nulla questa generosità, offre un rimedio fitoterapico contro l’insonnia, una pianta, l’escolzia, ci aiuta dormire meglio e fa evitare i fastidiosissimi risvegli notturni, una pianta originaria dell’America settentrionale, nello specifico nella California e nell’area messicana, conosciuta anche come papavero californiano.

L’escolzia fiorisce nel periodo estivo, producendo piccoli fiori dai toni brillanti; a seconda della composizione in pigmenti carotenoidi, i petali si tingono di giallo, arancione o rosso, trattasi di una pianta di piccole dimensioni e assomiglia al papavero italiano, le cui foglie alterne di un verde marcato sono suddivise in segmenti lineari

LEGGI ANCHE >>>> Insalata di Riso alla greca

Questa dono della natura fa per noi se:

LEGGI ANCHE >>>> Risotto estivo ai fiori di zucca

Nello specifico, i componenti comprendono alcuni alcaloidi rinvenuti esclusivamente nell’escolzia e sembrano esercitare effetti sedativi, ansiolitici e analgesici. Sulla base delle proprietà evidenziate, l’escolzia viene dunque utilizzata per il trattamento dell’insonnia (specialmente quando sono presenti frequenti risvegli notturni), dei sintomi da stress e dei disturbi d’ansia.

In aggiunta, l’escolzia compare nella formulazione dei prodotti fitoterapici finalizzati al trattamento degli stati di tensione localizzati, agendo come blando analgesico. Approfondiamo di seguito ciascuna delle proprietà dell’escolzia che sia stata confermata da evidenze sperimentali e dunque documentata

LEGGI ANCHE >>> Drago della morte scoperto in Argentina

Effetto sedativo.

La correlazione terapeutica esistente tra il consumo di escolzia e insonnia è forse tra gli aspetti più noti e interessanti relativi a questa pianta. Uno studio risalente a qualche anno fa, ed effettuato su topi di laboratorio, ha infatti mostrato come l’estratto acquoso dell’escolzia possa rendersi efficace nel provocare un effetto sedativo. In particolare, l’esperimento è stato effettuato somministrando diverse quantità dell’estratto da testare agli animali in questione, e osservando le conseguenti modifiche comportamentali di questi ultimi. In definitiva, gli estratti di escolzia hanno mostrato un chiaro effetto sedativo, agendo sulla locomozione e sul ciclo sonno-veglia

Effetto ansiolitico

Lo stesso contesto sperimentale utilizzato per la dimostrazione degli effetti sedativi, ha consentito di porre in evidenza anche il potenziale ansiolitico dell’escolzia e dei relativi estratti. Partendo dal presupposto che alcuni medicinali dal risaputo effetto sedativo (es.: Fenobarbital, benzodiazepine) possano, se utilizzati a dosi relativamente basse, agire da ansiolitici, gli estratti di escolzia sono stati testati sui topi di laboratorio al fine di indagare sulle possibili similitudini tra le diverse tipologie di rimedio terapico. Sulla base di tali esperimenti, gli estratti di escolzia sembrano dunque agire anche da ansiolitici se applicati a dosaggi ridotti. Tali quantitativi risultano, inoltre, privi di effetti sedativi

Effetto analgesico

Ulteriori osservazioni sperimentali condotte, ancora una volta, su topi di laboratorio, hanno associato all’escolzia un interessante effetto analgesico, classificando questa pianta tra i rimedi fitoterapici per il trattamento di alcuni stati dolorosi. In particolare, sembra che gli estratti di escolzia possano agire in maniera dose dipendente, e dunque correlata alle quantità del principio attivo somministrate. Anche in questo caso, gli effetti analgesici sono da attribuirsi ai componenti bioattivi ricavabili dalla pianta e classificati come alcaloidi.

Come si usa l’escolzia: modalità e posologia

Al fine di usufruire delle sue proprietà benefiche, è possibile ricorrere a differenti modalità di utilizzo dell’escolzia, le quali variano a seconda del tipo di preparazione, quindi si ha la tintura madre, gli estratti secchi ed infine la tisana di escolzia, prima di assumere qualsiasi tipo di prodotto di fitoterapia è sempre consigliabile di consultare il proprio medico di famiglia che, in base alle patologie personali del paziente, saprà dare non solo conigli utili ma anche modalità di assunzione e tipo.

Fonte: viveresano

Foto di Adam McIntyre da Pixabay