Jacques Prévert muore l’11 aprile 1977 impareggiabile poeta francese

Jacques Prévert muore l’11 aprile 1977 impareggiabile poeta francese. Non solo poeta ma anche un valente sceneggiatore che collabora con registi molto famosi, nel 1922 entra fare parte del circolo dei surrealisti e conosce André Breton, Raymond Queneau, Louis Aragon e Antonin Artaud, una collaborazione molto intensa che si spezza dopo quattro anni, la rottura avviene dopo aver edito un libro ”Mort d’un monsieur” dove critica aspramente la supremazia intellettuale di Breton, la cui conseguenza è la rottura definitiva dei rapporti fra loro.

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Dal 1932 al 1936 collabora con il Gruppo Ottobre e intervallando fra scritti teatrali e sceneggiature cinematografiche anche per il regista Jean Renoir, in maggior parte però il regista Marcel Carnè, per il quale scrive: “Quai de brumes” (1938), “Le jour se lève” (1939), “Les visiteurs du soir” (1942), “Les enfants du paradis” (1943), “Les portes de la nuit” (1946).

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E’ nel 1945, quando torna a Parigi dopo la seconda guerra mondiale che Jacques Prévert si dedica alla poesia con delle raccolte, la prima ”Paroles”, a seguire:  “Spectacle” (1949); “La pluie et le beau temps” (1955); “Choses et autres” (1972), che riceveranno una accoglienza entusiastica da parte della critica,

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Per onorare la sua memoria postiamo una sua poesia stupenda fra le tante scritte:

Questo amore

Questo amore
Così violento
Così fragile
Così tenero
Così disperato
Questo amore
Bello come il giorno
E cattivo come il tempo
Quando il tempo è cattivo
Questo amore così vero
Questo amore così bello
Così felice

Così gaio
E così beffardo
Tremante di paura come un bambino al buio
E così sicuro di sé
Come un uomo tranquillo nel cuore della notte
Questo amore che impauriva gli altri
Che li faceva parlare
Che li faceva impallidire
Questo amore spiato
Perché noi lo spiavamo

Perseguitato ferito calpestato ucciso
negato dimenticato
Perché noi l’abbiamo perseguitato ferito
calpestato ucciso negato
dimenticato
Questo amore tutto intero
Ancora così vivo
E tutto soleggiato
È tuo
È mio
È stato quel che è stato

Questa cosa sempre nuova
E che non è mai cambiata
Vera come una pianta
Tremante come un uccello
Calda e viva come l’estate
Noi possiamo tutti e due
Andare e ritornare
Noi possiamo dimenticare
E quindi riaddormentarci
Risvegliarsi soffrire invecchiare

Addormentarci ancora
Sognare la morte
Svegliarci sorridere e ridere
E ringiovanire
Il nostro amore è là
Testardo come un asino
Vivo come il desiderio
Crudele come la memoria
Sciocco come i rimpianti
Tenero come il ricordo
Freddo come il marmo

Bello come il giorno
Fragile come un bambino
Ci guarda sorridendo
E ci parla senza dir nulla
E io tremante l’ascolto
E grido
Grido per te
Grido per me
Ti supplico
Per te per me e per tutti coloro che si amano
E che si sono amati

Sì io gli grido
Per te per me per tutti gli altri
Che non conoscono
Fermati là
Là dove sei
Là dove sei stato altre volte
Fermati
Non muoverti
Non andartene
Noi che siamo amati

Noi ti abbiamo dimenticato
Tu non dimenticarci
Non avevamo che te sulla terra
Non lasciarci diventare gelidi
Anche se molto lontano sempre
E non importa dove
Dacci un segno di vita
Molto più tardi ai margini di un bosco
Nella foresta della memoria

Alzati subito
Tendici la mano
E salvaci.

JACQUES PREVERT

Trascorre l’ultimo periodo della sua vita a Omonville la Petite, dove vive in maniera abbastanza isolata ricevendo solo pochi amici tra cui Yves Montand, Juliette Greco, Raymond Queneau, Joseph Losey e l’attore Serge Reggiani. il suo motto era: ‘Scrivere sempre, scrivere ovunque”

Il poeta ci lascia l’11 aprile 1977 per un tumore ai polmoni.

Fonte: Biografieonline

Fonte: Libreriamo

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