La forza dell’amore di Ariella G.

La forza dell’amore di Ariella G. Posava il capo nell’incavo della sua spalla, il posto preferito dopo aver fatto all’amore, le piaceva sentire il suo respiro calmo mentre si addormentava di colpo, come un bambino. Passava il dito sulle sopracciglia, disegnandone il contorno, con movimenti lievi per non turbare il suo sonno; all’improvviso, guardandolo, vide il viso incresparsi nella maschera del tormento più acuto, mentre un gemito incontrollato, penosissimo, usciva dalle labbra tirate, quasi bianche.


Si appoggiò sui gomiti, spaventata, mentre il corpo di Alan si ricopriva di un sudore gelido e le sue mani articolavano nel vuoto, come alla ricerca di un appiglio a cui aggrapparsi, le parole sconnesse, incomprensibili, uscivano a tratti dalla gola mentre si rattrappiva sempre di più; sempre dormendo Alan si piegò in ginocchio, il viso trattenuto dalle mani, le parole e i gemiti si facevano sempre più forti, sempre più disperati.

”Alan, Alan…”, chiamo piano, cercando di scuoterlo da quell’incubo che mi spaventava, non riuscivo capire cosa stesse dicendo però un’oscura paura mi attanagliava le viscere, cercavo di svegliarlo però l’incubo lo tratteneva fra le sue spire e l’urlo, improvviso, disperato e lacerante ruppe il silenzio della notte, un urlo che sento come un coltello piantato nella carne, mi stava straziando, lo abbraccio chiamandolo ancora e ancora, cercando di recuperare quella mente persa in chissà quale orrore, cerco di riscaldare con il mio corpo le sue membra gelide che tremano.

”Tu che sei lassù dammi la forza – imploro piangendo – di strapparlo alla follia”.


Tutto il manto del mio amore era chino su quella povera cosa dagli occhi sbarrati, che vedevano fantasmi che io non potevo vedere, su quelle labbra che si muovevano senza articolare parola ma che Alan sentiva nel profondo della sua anima, su quelle orbite fisse nel nulla.

Si risveglia lentamente con lo sguardo lucido di follia.

La mia voce lo richiama alla realtà, si accorge delle mie braccia avvinte a lui, si accorge delle mie lacrime, del mio terrore e vedo la sua rabbia, il suo odio nello sguardo:

”Vattene! Va via! Vattene. Non toccarmi!Lasciami!” Mi stacca da lui con furore cieco, freddo.

Incapace di muovermi sento quell’odio, quel furore colpirmi come frustata, immobile aspetto, so che passerà tutta quella violenza, so che devo aspettare anche se ho paura, mentre sono silenziosa lui si gira e si avvicina lentamente a me, tendo le braccia e lui si lascia cadere, il suoi abbraccio è violento e furioso, si aggrappa a me come un naufrago, impedendo alla tenerezza di farsi strada, di lenire quella sua furia cieca.

Sapevo che si sentiva sull’orlo della vita, sospeso nell’abisso della morte e stava chiedendo di trattenerlo, di non lasciarlo andare vita, mi stava amando impegnando solo i sensi, cercando di cancellare dal mio sguardo, senza riuscirci, quella luce d’amore impaurito che lo riscaldava, ritornò alla realtà.


”Perdonami amore, perdonami…”, il suo capo fra le mie braccia, la bocca sul mio cuore ripeteva quella parola all’infinito.

”Taci cuore mio, taci…”, sussurro, le mie carezze lo blandivano, lo rassicuravano mentre il pianto trattenuto rigava il suo volto con lunghe lacrime silenziose; lo tenevo stretto, avvinto a me, sento il battito del suo cuore tornare normale, regolare.

Era lungo il percorso per uscire dalla dipendenza della droga, ma ci stava provando insieme a me, non era facile, questi momenti di follia erano frequenti ma non frequenti come all’inizio quando aveva deciso di smettere, non voleva entrare in comunità, voleva stare con me, provarci con me, ho detto di sì perché l’amavo e l’amo più della mia vita, sarà ancora più dura nel prossimo futuro e quando le crisi di astinenza saranno più forti da abbattere, io sarò accanto a lui, lo terrò stretto a me, lacerandomi per la sua sofferenza, straziandomi nel vedere la sua follia negli occhi ma sarò là accanto a lui, per combattere e lottare insieme, per vincere insieme.

”E’ stato un incubo…”

”No non è stato un incubo, è stata una crisi di astinenza, e ne avrai altre cuore mio, se vuoi liberarti da questa schiavitù devi avere la forza di continuare questo percorso…”

”Mi fa male vederti patire causa mia, mi fa male …”’, con le dite impedisco altre parole e lo bacio.

”Amore è anche condividere il male non solo il bene con la persona che ami…”


Alan mi stringe forte fra le braccia e io sento che ce la faremo vincere perché abbiamo un amore che ci unisce profondamente, che ci farà superare ogni barriera, ogni ostacolo per arrivare dove vogliamo arrivare, alla nostra completa felicità.

ARIELLA G.

Foto di Kleinton Santos da  Pixabay