Lavoro e Green Pass: nessun blocco dell’Italia. Le manifestazioni di ieri contro l’obbligo di esibire il Green Pass nei luoghi di lavoro, da molti annunciato come un blocco totale dell’Italia si è rivelato meno rilevante di quello annunciato dal fronte ‘No Green Pass’. Il centro della protesta era Trieste con i suoi porti nevralgici e i suoi portuali ma anche lì, dopo un iniziale accesa protesta, si è andati poco alla volta scemare nell’arco della notte.
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Alla fine il porto di Trieste ha continuato a funzionare, anche se con qualche ritardo. Secondo i dati, ieri erano presenti circa 7mila partecipanti però come riporta l’AGI, non si ha nessun dato certo in merito all’effettiva partecipazione allo sciopero contro l’obbligo del Green Pass dei portuali, anche perché il portavoce del Sindacato Autonomo – promotore dello sciopero- Stefano Puzzer aveva garantito il libero accesso ai varchi. Secondo Stefano Puzzer sarebbero stati circa 800 lavoratori in sciopero contro i 100 che non hanno aderito. Tra i manifestanti anche molti lavoratori vaccinati che hanno manifestato a fianco dei colleghi come Stefano Grison, presidente del Coordinamento che dal palco ha dichiarato di essere vaccinato ‹‹ ma il diritto al lavoro è di tutti e non me la sento di lasciare a casa persone che per me sono dei fratelli. Il Green Pass serve alla ripartenza delle imprese, sono d’accordo con chi lo dice, ma il porto andava già alla grande, qui non c’è bisogno di nessun certificato. Gli strumenti per combattere la pandemia sono i vaccini e il distanziamento sociale. Il Governo abbia allora il coraggio di imporre il vaccino obbligatorio››.
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Non sono mancate neppure le testimonianze estremiste e parole d’ordine come ‘Libertà’ o ‘Basta dittatura sanitaria’. Ma nel resto del Paese non si sono avuti blocchi, infatti, i maggiori scali commerciali italiani hanno registrato pochi o nessun blocco. Adesso, il coordinamento dei manifestanti ‘No Green Pass’ pensa a uno sciopero ad oltranza della durata di 3 mesi, fino alla scadenza naturale del DCPM prevista per il 31 dicembre prossimo, anche se non tutti potrebbero aderire.
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