Lord Byron eccentrico poeta trasgressivo muore il 19 aprile 1824.

Lord Byron eccentrico poeta trasgressivo muore il 19 aprile 1824. George Gordon Noel Byron, sesto barone di Byron – da cui il nome Lord Byron – nasce a Londra il giorno 22 gennaio 1788; ebbe una vita burrascosa tra amori cn una infinità di dame del tempo, ebbe anche amori onosessuali ben celati, ma ciò che conta è la sua scrittura, le sue opere che influenzarono la letteratura dell’Ottocento.

Trasgressivo, ironico, satirico, misantropo non si fece scrupolo di attaccare gli autori del suo tempo, escludendo Alexander Pope, con una sua opera ”English Bards and Scotch Reviewers”, e dopo aver preso posto al seggio che gli spettava per il suo rango prese il largo per viaggiare, come era in uso nell’aristocrazia inglese, e rientra in Inghilterra solo per assistere la madre morente nel 1811.

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Tra amori e scandali Lord Byron, folgorato dal successo, iniziò a manifestare ancor di più un atteggiamento freddo e sprezzante, con una raffinata sobrietà del vestire, incarnando squisitamente gli ideali del dandy, fusi a quelli del bel tenebroso. 

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Dopo aver girovagato per l’Europa, compresa Italia dove risiede a Ravenna nel 1823, si imbarca con il conte Gamba per Cefalonia. Qui tra aspre divergenze d’idee si andava formando una compagine inglese a sostegno della guerra d’indipendenza greca contro l’Impero Ottomano. Byron lascia l’isola su invito di Alessandro Maurocordato, liberatore della città di Missolungi.

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Sbarca quindi a Patrasso nel gennaio del 1824, dove vive gli ultimi mesi della sua vita, tra gli aspri contrasti dei ribelli. n seguito ad una febbre reumatica tramutatasi in meningite, George Byron muore a Missolungi (Grecia) il 19 aprile 1824.

Per onorare la sua memoria si posta una, fra le più belle, delle sue poesie.

Cammina, lei, nella bellezza

Cammina, lei, nella bellezza, come
la notte a latitudini serene
e sotto cieli trapuntati a stelle;
e tutto il meglio di splendore e buio
s’accorda nel suo aspetto e nei suoi occhi,
fatti sì dolci a quella luce tenera
che il cielo nega al giorno scintillante.

Un’ombra sola in più, di meno un raggio
solo spariglierebbero la grazia
che indicibile disegna onde nere
sopra ogni treccia, o tenuemente illumina
il suo viso, dove i pensieri esprimono
sereni, dolcemente, quanto pura,
quanto amata sia la lor dimora.

E sopra quella gota e quella fronte,
tanto morbide, e calme, ed eloquenti,
il riso suo che avvince, i suoi color
che brillano raccontano di giorni
consunti nel far bene, di una mente
ch’è in pace universale, e del suo cuore,
e del suo amore ch’è tutto innocente!

Fonte: Biografieonline

Fonte: Wikipedia

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