L’Unione Europea e lo stallo (ipocrita) sull’embargo al petrolio di Mosca

L’Unione Europea e lo stallo (ipocrita) sull’embargo al petrolio di Mosca

L’Unione Europea e lo stallo (ipocrita) sull’embargo al petrolio di Mosca. I 27 paesi dell’Unione Europea proprio non riescono a trovare una linea comune in merito all’embargo del petrolio e gas russo. Non tutti i paesi membri sono convinti dell’efficacia di tale embargo tra Ucraina e Russia, in particolare l’Ungheria di Orban che ha dichiarato di non potere fare a meno dell’energia russa.

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All’ultima riunione dei 27 paesi europei, era presente anche il ministro degli esteri ucraino, Dmytro Kuleba che all’ennesimo rinvio sulla questione dell’embargo sul petrolio russo a rilasciato questa dichiarazione: ‹‹ Non siamo felici del fatto che l’Unione Europea non riesca ad approvare il sesto pacchetto, che deve assolutamente comprendere l’embargo al petrolio››.

Nonostante questo però è convinto che a breve arriverà l’embargo energetico dalla Russia. Però l’Ungheria ha messo sul tavolo diverse richieste per controbilanciare il ‘sì’ all’embargo energetico: l’esenzione di 4 anni dall’embargo e diversi milioni di euro come finanziamento per riorganizzare l’intero complesso di raffinerie del paese.

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Però nella realtà, l’Unione Europea ha dato il via libera ai suoi membri per aggirare le loro stesse sanzioni in merito all’acquisto del petrolio e del gas russo. E lo fa, accettando le condizioni imposte dal governo di Mosca, ovvero, le società come l’italiana ENI acquisterà il petrolio in dollari attraverso un secondo conto creato ad hoc della PAO Gazprom – a controllo statale – che in una seconda fase, convertirà quei dollari in rubli semplicemente nel suo conto principale. Ma allora per quale ragione l’Unione Europea continua fare la voce grossa contro Mosca, annunciando da mesi l’embargo energetico, senza poi arrivare al dunque? Semplicemente perché l’Unione Europea per continuare a produrre ha bisogno del gas e del petrolio russo come affermato dal ministro tedesco Lindner: ‹‹ Senza il gas russo le industrie si fermano››.

In caso di embargo totale, la nazioni più esposte saranno la Germania e l’Italia, oltre ovviamente all’Ungheria e altre nazioni. E mentre in Germania, la politica discute su un eventuale ‘Piano B’ e soprattutto in merito al blocco completo delle esportazioni di gas e petrolio da Mosca, il governo italiano si è detto – fin da subito – pronto a interrompere a fornitura energetica dalla Russia senza però avere un serio piano energetico d’emergenza per sostituire il petrolio e il gas russo, se non solo quello di ipotizzare eventuali restrizioni energetiche.

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Foto di copertina:  S. Hermann & F. Richter da Pixabay


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