Mario Draghi perde la pazienza e bacchetta i Ministri

Mario Draghi perde la pazienza e bacchetta i Ministri

Mario Draghi perde la pazienza e bacchetta i Ministri. Anche il più paziente quando ha a che fare con mille teste, che litigano fra di loro, da metter insieme per continuare un percorso politico di unità e fermezza può perdere la pazienza e bacchettaregli irresponsabili con staffilate dure: ”Così non va, dentro o fuori. Non bisogna affossare i provvedimenti in Aula. Trovatevi un altro premier, è successo un fatto grave”, ecco le parole di Mario Draghi che minaccia di lasciare la poltrona di Presidente del Consiglio al 31 marzo.

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Il carattere, il carisma di Mario Draghi lo si conosce molto bene e quindi non sono parole a vuoto quelle dette e a quanto riferisce Affari Italia ,non lascia nessun spazio ai dubbi se Draghi ha usato toni forti nell’incontro di ieri con i capidelegazione della maggioranza, minacciando di innescare la crisi di governo dopo quanto successo sul Dl Milleproroghe. E tutte le forze politiche confermano la profonda irritazione dell’ex banchiere.

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Uomo avvisato er mezzo salvato racconta un vecchio detto e Mario Draghi non l’ha fatto in particolare ma ha tirato in ballo tutti i partiti, creando tra la sua minaccia e le elezioni che si avvicinano sempre più un clima incandescente a Palazzo Chigi, Draghi non ha nessunissima intenzione di prestare attenzione a tutti le beghe per un anno intero, in attesa delle elezioni, quindi ha messa un punto fermo: o la smettete o vi lascio senza guida al Governo! E lo farà senza battere ciglio se non ci sarà compatezza nel seguire le direttive del Consiglio dei Ministri.

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Cosa succederebbe se Draghi lasciasse la poltrona di Presidente del Consiglio?  La maggioranza andrebbe in frantumi in pochi attimi e il povero Mattarella sa fin troppo bene che non si potrebbe arrivare a fine legislatura quindi non ci proverà manco a fare un nuovo esecutivo e in men che non si dica si scioglierebbero le Camere, la cui conseguenza sarebbe anticipare ai cittadini italiani il voto a giugno, un anticipo di quasi un anno, facendo pure slittare i vari referendum, praticamente un disastro politico!

Foto di Biogafieonline