Nessun accordo su embargo petrolio e duro attacco di Zelensky all’Unione Europea

Nessun accordo su embargo petrolio e duro attacco di Zelensky all’Unione Europea

Nessun accordo su embargo petrolio e duro attacco di Zelensky all’Unione Europea. Anche questa volta il sesto pacchetto di sanzioni nei confronti della Russia non è stata approvata dai 27 membri dell’Unione Europea.

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La misura della discordia prevede l’embargo – graduale – delle importazioni di petrolio russo per via mare, ma mantenendo attivi gli oleodotti, così da venire incontro a determinate nazioni legate a doppio filo con Mosca come ad esempio l’Ungheria. Sanzioni a doppio binario che non hanno avuto il successo sperato.

Anche in questo caso è stata l’Ungheria a mettersi di traverso ma anche altre nazioni a parole sono a favore dell’embargo totale sul petrolio russo ma nella realtà dei fatti, continuano ad acquistare il petrolio da Mosca. Una situazione in bilico per molte nazioni, compresa l’Italia. Nazioni che non si possono permettere di rinunciare al petrolio e gas russi se non vogliono bloccare la produzione industriale.


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Dopo la nuova fumata nera, non è tardata ad arrivare la comunicazione da parte del presidente ucraino che ha detto: ‹‹ Certo, ringrazio i nostri amici che stanno promuovendo nuove sanzioni. Ma dove ha preso così tanto potere chi blocca il sesto pacchetto?››.

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Un chiaro atto di accusa nei confronti dell’Ungheria. Nella realtà l’Unione Europea è da sempre unita nell’inviare armi all’Ucraina ma quando si tratta di questioni private come l’energia, ognuno pensa al proprio orticello di casa. Perché alla fine nessuno vuole ‘morire’ per l’Ucraina.

Foto di copertina: Clker-Free-Vector-Images da Pixabay


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