Perché questo odio? di Ariella Gibellato

Perché questo odio? di Ariella Gibellato. Perché questo odio uomo, donna bianchi? Ho lo stesso tuo colore di sangue, ho sogni come li hai tu, le stesse aspettative di una vita migliore come puoi averle tu, perché allora tanto odio? La mia pelle nera ti fa paura, mi senti diversa ma non lo sono se non per le mie tradizioni che ovviamente sono diverse dalle tue, però se andiamo ad analizzare non del tutto diverse, amiamo la famiglia, la comunità, la solidarietà come del resto le amate voi dalla pelle bianca, allora perché questo odio nei confronti del colore della mia pelle?


Sì sono arrivata su un barcone in mezzo a tanta speranza e credendo di trovare un futuro migliore lontano dalla guerra per me e la mia famiglia, sono scesa affamata, infreddolita, impaurita perché dovevo affrontare un futuro ignoto e l’ignoto fa sempre paura, però mi sosteneva la speranza, il mio sguardo vedeva cose che nel mio villaggio in Africa non avevo mai visto ed ero stupita, meravigliata e mi sono detta: ”Sì, qui troverò la pace, il lavoro, la serenità!”

Mi sono adattata a raccogliere pomodori, con un sorvegliante che sembrava un cane da guardia, per un tozzo di pane, ma non importa, raccogli mi raccontavo, metti da parte i soldi e poi troverai di meglio e magari con un po più di umanità, dieci-dodici ore su un campo e poi alla sera buttata per terra per mangiare qualcosa e dormire per poi ricominciare il mattino dopo, le mie compagne di sventura avevano il terrore negli occhi, il mio sguardo si chiudeva davanti a quella miseria fatta donna.


Sono scappata, fuggita da quel campo e sono in una grande città, ho trovato un lavoro in un ristorante dove lavo i piatti e mangio regolarmente, qualcosa è cambiato, sono ospite di una casa dove accolgono gli stranieri, però sento, in mezzo alla gente, quell’odio che mi trapassa il vestito e mi spezza il cuore, ora lavoro, sono rispettosa e credo di non sfruttare il governo che mi ospita perché voglio lavorare e sentirmi indipendente per poter avere il permesso di soggiorno e di avere una vita normale, allora perché questo disprezzo che leggo nello sguardo di chi incontro?

Voi non siete superiori perché avete la pelle bianca, noi non siamo inferiori perché abbiamo la pelle nera, siamo esseri umani tutti che vivono sotto lo stesso cielo, il credere di essere superiori vi dà la certezza di offendere, denigrare e picchiare chi non è come voi, il credere d essere superiore vi dà il diritto di trattarci come spazzatura, trattate meglio i vostri cani che esseri umani dal diverso colore della pelle, e poi andate nei vostri templi a pregare un Dio che professa che siamo tutti fratelli, rinnegate ciò per cui avete pregato!


”Negra, portami la birra!” ”Signore mi chiamo Amina non negra!” giro i tacchi, prendo la birra e la porto a quel signore, lui si rivolge a me con tono aspro: ”Non versarla me la verso io, non voglio che la tocchi con quelle mani da scimmia!” lo guardo con commiserazione, quasi con pietà, anche se mi salgono le lacrime agli occhi, mi volto e vado continuare il mio lavoro, il padrone mi guarda e poi si avvicina al cliente dicendo: ”Beva la sua birra, paghi ed esca dal mio locale!” ”Perchè?” risponde con irritazione quell’uomo e la risposta arriva come una fucilata: ”Perché lei è un idiota nazista! E il mio locale è ben frequentato quindi esca!”

Sono grata al gestore del locale per la sua difesa e capisco che non tutti sono uguali, come del resto in ogni parte del mondo ci sono i buoni e i cattivi e con questa realtà mi tocca vivere in qualsiasi parte voglia andare, ora vivo la mia vita con serenità e cerco di far venire qui la mia famiglia, il mio vecchio padre e la mia vecchia madre per stare tutti insieme anche con le mie sorelle, ne ho tre in età scolare, vorrei andassero a scuola e poi all’università per avere una vita migliore della mia, cercherò di fare il possibile perché questo sogno si avveri!


Il ricordo del barcone che mi ha portata qui attraverso un mare in tempesta mi terrorizza quindi cerco un appartamento e poi invierò il denaro affinché la mia famiglia mi raggiunga non attraverso un viaggio quale ho fatto io ma un viaggio più tranquillo e più sicuro, lavoro notte e giorno, ora ho due lavori ma non mi lamento perché riesco mettere da parte parecchio denaro, non spendo nulla per me, ho un sogno da raggiungere e devo riuscire a realizzarlo.

Chiedo alla casa dove dormo, quando riesco, di aiutarmi trovare un appartamento dove vivere, non troppo grande né troppo piccolo, un qualcosa dove stare insieme con la mia famiglia, mi promettono che lo troveranno e in effetti lo trovano, bello e arioso, luminoso con un bel terrazzo dove si vedono i tetti delle case vicino e un quadrato di cielo azzurro, va benissimo e lo affitto, poi cerco dei mobili usati per arredarlo e alla fine la mia oasi di pace è accogliente, festosa, colorata e MIA!


Sono passati ben 4 anni da quel viaggio burrascoso in mare su un barcone che ondeggiava paurosamente, ora ho una casa e i miei famigliari arriveranno fra qualche mese, sono felice e non importa del razzismo che mi circonda, ho la mia vita e la vivo serenamente, lavoro come una matta, però guadagno bene e sono contenta di quel poco che ho, finalmente potrò riunire la mia famiglia, le mie origini e le mie sorelline potranno andare nella scuola per imparare bene l’italiano e conoscere la terra che le hanno accolte come ha accolto me, il mio sogno è quasi realizzato.

Ma perché questo odio? Perché avete paura di quelli diversi da voi, per questo che formate i vostri piccoli gruppi, dove hanno la vostra razza, il vostro Paese, il vostro partito politico, la vostra squadra di calcio; e mentre tutti gli altri sono potenziali nemici, voi siete automaticamente i migliori, no, non siete migliori né superiori, siete uguali ad altri esseri umani con una diversa nazionalità, ma sappiate che il vostro sangue è rosso come è rosso il nostro e questo è una realtà che non si può negare.

Foto di Jambo Africa-Typepad