Riforma Pensioni Legge di Bilancio Quota 100 soppiantata da Quota 92?

Riforma Pensioni Legge di Bilancio Quota 100 soppiantata da Quota 92?

 

 

 

 

 

 

 

LEGGE DI BILANCIO 2020

Nella Riforma Pensioni della Legge di Bilancio 2020, si inizia a discutere sui percorsi da portare avanti nel lungo termine, fermo restando che Opzione Donna e Ape Social si vedrà in quale modo saranno prorogati, mentre la scadenza del 31 dicembre 2021 prevede, senza possibilità di resurrezione, la morte di Quota 100, senza alcuna cancellazione anticipata comunque, parola dell’attuale Esecutivo.

Neppure di un progetto ideato da Lega e Movimento 5 Stelle relativo a Quota 41 si sa nullaè caduto nel vuoto assoluto, un progetto che mirava a superare la Legge Fornero, estendendo a tutti la possibilità di andare in pensione, una volta raggiunti i 41 di contributi, non solo ad alcune categorie di lavoratori precoci, quindi dimentichiamo Quota 41 anche se Quota 100 defunge alla data prestabilita!

Ci chiediamo allora cosa intende fare l’Esecutivo riguardo alla Riforma Pensioni nella Legge di Bilancio, abbiamo detto che si aspetta la proroga per Opzione Donna e Ape Social, una qualche probabilità per l’introduzione di un fondo integrativo gestito interamente dall’Istituto Nazionale Previdenza Sociale, per i restanti futuri pensionati quale sorte spetta loro?

Riforma Pensioni Legge di Bilancio Quota 100 soppiantata da Quota 92?

QUOTA 92 IN COSA CONSISTE?

Una proposta di legge di Tommaso Nannicini, depositata proprio in questi giorni in Parlamento parla di una certa Quota 92, non nel breve termine ma negli anni a venire, e con la remota possibilità di un accordo fra le parti, quindi una proposta ancora del tutto aleatoria a quanto pare, ma vediamo in cosa consisterebbe Quota 92.

Per essere più  chiari trascriviamo uno stralcio dell’articolo di Money, scritto da Antonio Cosenza: ‘Inizialmente la proposta prevedeva il pensionamento all’età di 64 anni (e con 20 anni di contributi) per tutti coloro che rientrano interamente nel calcolo contributivo della pensione. Da questo progetto iniziale, però, si è passati ad un altro che abbassa di 2 anni il limite anagrafico ma allo stesso tempo alza di 10 anni quello contributivo.

Nel dettaglio, per accedere alla pensione con quella che si chiamerebbe Quota 92 bisognerebbe avere un’età anagrafica pari a 62 anni, più 30 anni di contributi (indipendentemente dalla data di maturazione). Avrete certamente notato che questa misura è persino più conveniente di Quota 100, dal momento che il requisito anagrafico è lo stesso mentre quello contributivo conta di 8 anni in meno rispetto alla misura bandiera del primo Governo Conte’

Una considerazione sempre scritta da Antonio Cosenza: ‘Come sarebbe possibile quindi rientrare nei costi, considerando che già Quota 100 era stata considerata troppo onerosa per le casse dello Stato? Semplice, adottando lo stesso metodo previsto per l’Opzione Donna, ossia ricalcolando la pensione maturata dal pensionato interamente con il metodo contributivo. È quest’ultimo sistema che renderebbe Quota 92 sostenibile, con il lavoratore che dovrà decidere se una penalizzazione sull’assegno (visto che il calcolo contributivo è meno vantaggioso di quello retributivo) è il giusto prezzo da pagare per anticipare l’accesso alla pensione’.

Alla luce di quanto scritto, probabilmente ci saranno battaglie da combattere, percorsi tormentati alla ricerca dei fondi necessari, un deja vu che continua nella Riforma Pensioni, cominciato ovviamente dall’iniqua Legge Fornero, considerando anche se questo Governo cade, il prossimo presenterà altre proposte che potrebbero soppiantare quelle già presentate a tale riguardo, insomma anche in questo ambito caos totale si prevede nel prossimo futuro per niente roseo in questa tormentata Italia del giorno d’oggi.

Chi vivrà vedrà dice un vecchio proverbio, e noi staremo a vedere se questa Quota 92, vedrà la sua nascita nel prossimo futuro o una morte prematura, con i tempi attuali, che si stanno vivendo, non vi è certezza alcuna del domani!

ARIELLA GIBELLATO