San Francesco d’Assisi si spegne il 3 ottobre 1226 la sua preghiera semplice

San Francesco d’Assisi s spegne il 3 ottobre 1226 la sua preghiera semplice. Quando si narra di questo Santo si ha la netta percezione di parlare di un uomo che della povertà assoluta e dell’amore per Madre Natura ne ha fatto la sua ragione di vita, una vita breve, muore a 44 anni, però una vita dedicata ai poveri e al rispetto della natura, un Santo che oggi troverebbe serie difficoltà nel trovare le parole giuste per chiedere ai potenti della terra che in un mondo non dovrebbero esistere la fame, la povertà, l’ingiustizia.

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San Francesco trae l’ispirazione per la sua Regola Francescana in un brano del Vangelo di Matteo, capitolo X, in cui si dice: ”Non vi procurate oro argento o denaro per le vostre tasche, non una borsa da viaggio, né due tuniche, né calzature e neppure un bastone; poiché l’operaio ha diritto al suo sostentamento!“, parole certamente giuste ma oggi quali sono i potenti che rinunciano all’oro e argento per il sostentamento all’operaio che è sull’orlo della disperazione?

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Leggere la biografia di San Francesco è come leggere un canto d’amore infinito, con il suo saio ricavato da un pezzo di tela grezza, legato in vita da una cordicella con tre nodi, con sandali indossati sia in primavera che in inverno, egli ha saputo ammansire con le sue parole un lupo feroce in Assisi, ha saputo parlare con il Papa, ha girato in Egitto, Marocco e Palestina, voleva recarsi fino al santuario di San Giacomo Campostela in Spagna però la sua precaria salute non lo ha permesso, e nel suo andare portava con sé l’odore di santità, il profumo dell’amore smisurato che aveva nell’anima per piegare anche il cuore più duro.

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La sua casa era la Porziuncola, una chiesetta poi a lui donata dai benedettini, e nel dicembre del 1223 Francesco organizza anche la prima natività in una grotta, che è ormai considerata il primo presepio della storia. L’anno successivo compie il miracolo dell’acqua che sgorga da una roccia e riceve le stigmate; nonostante la sua sofferenza fisica e la stanchezza che lo affliggono crea il famoso ”Cantico delle Creature’che contribuisce a consacrarlo nell’immaginario collettivo come il frate che predica agli uccelli.

‘Papa Pio XII lo proclamò PATRONO D’ITALIA il 18 giugno 1939, San Francesco morì nell’umile chiesetta, sua dimora il 3 ottobre 1226 e per onorare questa figura spirituale e dolcissima postiamo la sua preghiera semplice:

Signore, fa di me
uno strumento della Tua Pace: Dove è odio, fa ch’io porti l’Amore,
Dove è offesa, ch’io porti il Perdono,
Dove è discordia, ch’io porti l’Unione,
Dove è dubbio, ch’io porti la Fede,
Dove è errore, ch’io porti la Verità,
Dove è disperazione, ch’io porti la Speranza,
Dove è tristezza, ch’io porti la Gioia,
Dove sono le tenebre, ch’io porti la Luce. Maestro, fa che io non cerchi tanto
A esser consolato, quanto a consolare;
A essere compreso, quanto a comprendere;
A essere amato, quanto ad amare. Poiché, così è:
Dando, che si riceve;
Perdonando, che si è perdonati;
Morendo, che si risuscita a Vita

Fonte: Biografieonline

Foto di Palermomania