Santorini Grecia isola più bella dell’Egeo quando andare cosa vedere

Santorini Grecia l’isola più bella dell’Egeo quando andare cosa vedere

Brevi cenni storici dell’isola Santorini:  l’isola fu sventrata in parte da un’apocalittica eruzione del vulcano avvenuta intorno al 1627 a.C. (datazione stabilita da Manning, nel 2006, attraverso accurate analisi al C14 e dendrocronologiche) e invasa successivamente quasi del tutto dal mare.

Fu la più imponente eruzione avvenuta in Europa documentata in epoca storica e, secondo alcune teorie, avrebbe avuto conseguenze devastanti per la civiltà minoica, della quale sarebbe stata la principale causa dell’inizio del completo declino; secondo studi recenti, l’eruzione del vulcano provocò dapprima una pioggia di pomici e ceneri, poi piovvero massi più grossi e infine la caratteristica pomice rosa che ha reso celebre l’isola. Quindi il vulcano esplose: un getto di materiali compressi e di gas surriscaldati raggiunse la stratosfera ad una velocità di 2000 km/h facendo udire i suoi boati dall’Africa alla Scandinavia, dal Golfo persico a Gibilterra. Le ceneri furono sparse per molti chilometri e trasformarono il giorno nella notte più cupa e alterarono, probabilmente, albe, tramonti e condizioni meteorologiche.

Alcune teorie basate sui rinvenimenti archeologici trovati a Creta indicano che uno tsunami, probabilmente associato all’eruzione, colpì le aree costiere di Creta e può avere duramente devastato gli insediamenti minoici anche se una più recente teoria ipotizza che molto del danno provocato ai siti fosse dovuto a un grande terremoto che precedette l’eruzione di Thera.

Nel 1967 nella località di Akrotiri, gli archeologi riportarono alla luce un’antica città, quasi completamente intatta e coperta come Pompei da antiche ceneri. Il ritrovamento fu catalogato come tra i più importanti nella storia dell’archeologia. Diverse case portate alla luce presentavano un sofisticato sistema idraulico, con bagni e acque correnti che defluivano in un perfetto sistema fognario. Questo sito testimonia una delle prime forme di ingegneria urbana mai scoperte nella storia.

Quando andare: da giugno fino ad agosto a Santorini è alta stagione. I turisti riempiono le strade di Fira e Oia, le spiagge sono affollate e i prezzi salgono un po’. Durante il giorno le temperature sono alte mentre la sera la brezza accarezza l’intera isola regalando sollievo ai tanti visitatori. Se desiderate visitare Santorini in questo periodo vi consigliamo di prenotare con largo anticipo.

Da inizio settembre fino a metà ottobre l’isola inizia a svuotarsi e riconquistare il suo ritmo autentico. Il mare è sempre caldo, le temperature sono più sopportabili. Questo periodo è ideale anche per visitare i siti archeologici dell’isola ed esplorare le sue meraviglie naturali.

Durante l’inverno e in generale da novembre a marzo il clima mite e la bellezza stupefacente di Santorini continuano a invogliare i turisti a visitare l’isola. In questo periodo il mare è solo per i temerari, i prezzi delle strutture aperte sono molto buoni e le giornate di sole sono comunque tante e tiepide.

Cosa vedere: tutto ruota intorno alla caldera, a Santorini. Il resto è corollario. La caldera significa panorami, hotel di lusso, tramonti, piscine a sfioro, negozi di gioielli, cocktail sullo strapiombo, cene vertigine inclusa. Più vedi la caldera, più sei a picco sulla caldera, più sei in, cool, vip. E a differenza di altre isole in cui il panorama è simile a quello di tante altre, qui è davvero unico. Non ci sono paragoni: è uno di quei luoghi che Madre Natura ha creato per il piacere degli occhi e un tuffo al cuore.

Camminate, se potete: da Fira si arriva in breve a Imerovigli ed è tutto un altro panorama. Cercate il sentiero per il promontorio di Skaros (suvvia, sono solo 15 minuti di cammino), che si inoltra nella caldera come la prua di una nave. Poi salite in alto, arrampicandovi sulle rocce: vi sentirete al centro del mondo.

Il tramonto a Santorini è un enorme business. Quasi ti costringono a vederlo dalla barca o da Oia, meglio se una sera dalla barca e una sera a Oia. Che alla sera diventa corso Vittorio Emanuele a Milano o via Condotti a Roma, con la sola differenza che i vicoli tra le boutique e i boutique hotel possono contenere giusto due file di persone affiancate. Dai ruderi del castello veneziano si applaude quando il sole scompare, in un attimo di esaltazione collettiva e di condivisione planetaria: il saluto al sole tutti insieme e poi ognuno riprende la sua strada. Un’esperienza quasi antropologica.

A Oia il sole cala dietro o di fianco all’isola di Folegandros (dipende dal punto esatto in cui si guarda il tramonto), che viene letteralmente inghiottita dalla luce. Davanti a voi vedrete solo mare e le lontane isole dell’Egeo. Se invece guarderete il tramonto da Firostefani o da Imerovigli, avrete tutta la cadera davanti che si riempie di raggi, con lo sperone di Skaros che a poco a poco diventa silhouette nera. E poi osserverete con calma le barche e i galeoni che tornano in porto mentre il crepuscolo piano piano cede alla notte. Molto, molto meglio.

La caldera e tutto quel che le gira attorno fa dimenticare che Santorini ospita – dopo Delos – il sito archeologico più importante dell’Egeo. La fatidica esplosione seppellì letteralmente una città che per l’epoca era all’avanguardia sotto ogni aspetto: ne rimangono molte tracce nel sito di Akrotiri, che è stato scavato ancora in minima parte. Vagando per le rovine – coperte da un’avveniristica infrastruttura in cemento, legno e acciaio, che per ampiezza e ideazione lascia anch’essa a bocca aperta – non ci si può non domandare “Ma quanto erano evoluti questi uomini del 1700 avanti Cristo?”. Ricordiamo: 1000 anni prima della fondazione di Roma!

Fonte: Wikipedia-Touring Club – Santorinigrecia