Spezie dall’Antichità ai giorni nostri

Spezie dall’Antichità ai giorni nostri. Per rotta delle Spezie, anche via delle Spezie, s’intende la rete commerciale intercontinentale che, sin dall’Anrtichità ha portato spezie e aromi dai loro paesi d’origini, prevalentemente ubicati in Estremo Oriente, al Bacino del Mediterranei e all’Europa. Le spezie sono sostanze profumate prevalentemente vegetali dai molteplici usi, spesso rare e preziose, il cui commercio, nella storia, ha ampiamente influenzato le civiltà che lo esercitavano.

Sebbene ci siano piante di spezie in ogni continente, alcune specie dell’Asia Meridionale, come lo zenzero la cannella e soprattutto il pepe, hanno dettato la direzione del commercio su larga scala. La noce moscata e i chiodi di garofano, la cui coltivazione è stata a lungo confinata a poche isole dell’Insulindia spesso servono come indicatori dei legami forgiati tra popoli e culture molto lontane.

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Col termine spezie si indicano genericamente alcune sostanze di origine vegetale che vengono usate per aromatizzare e insaporire cibi e bevande, e, specialmente in passato, usate anche in medicina e in farmacia; attualmente se ne conoscono e si utilizzano circa una trentina però la loro quantità è molto più rilevante, fare una stima del numero di spezie utilizzate è quasi impossibile. Le spezie, infatti, sono uno degli elementi più importanti delle cucine tradizionali, e provengono da secoli di tentativi e di prove.

Di origine vegetale, sono composte da semi, foglie, fiori, frutti essiccati. Una delle cucine più ricche di spezie è quella indiana. Nel curry (la polverina indiana nota anche come masala) ce ne possono essere più di 70 tipi diversi. Molto speziate sono anche la cucina cinese e quella africana.

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 Le più utilizzate nella cucina italiana sono circa una trentina (tra cui pepe, zenzero, cannella, chiodi di garofano, noce moscata, coriandolo, cumino e curcuma di origine asiatica; alloro, zafferano, ginepro, peperoncino, cerfoglio, anice e senape di origine mediterranea). Il loro impiego si è consolidato in periodo medioevale, sia per esaltare il sapore dei cibi in un’epoca in cui il sale scarseggiava, sia per migliorarne la conservazione.

Ma anche per sfruttare le loro proprietà curative. Le prime evidenze dell’uso delle spezie risalgono a 50 mila anni fa. Il principale produttore, oggi, è l’India (oltre 1 milione di tonnellate l’anno), seguita dal Bangladesh (139 mila tonnellate), dalla Turchia (78 mila tonnellate) e dalla Cina (77 mila tonnellate).

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Le spezie più costose sono: cardamomo, vaniglia e cannella; dopo zafferano e pepe, sono le spezie più costose al mondo. Un bacello di vaniglia costa tra i 3 e i 5 euro: la raccolta di questo aroma richiede molte ore di manodopera e di lavorazione, perché in cucina vengono usati solo i bacelli fermentati.

Fonte: Focus – Wikipedia

Foto di Peter H da Pixabay