Stati Uniti a ferro e fuoco: 4 morti e 13 feriti

Stati Uniti a ferro e fuoco: 4 morti e 13 feriti

Stati Uniti a ferro e fuoco: 4 morti e 13 feriti. Questo il bilancio provvisorio dell’assalto armato della sede del Congresso statunitense da parte dei sostenitori dell’ormai ex Presidente Donald Trump. Le autorità hanno inoltre confermato il ritrovamento di alcuni ordigni esplosivi davanti alle rispettive sedi nazionali dei due maggiori Partiti: Democratico e Repubblicano.

Gli assalitori, tutti simpatizzanti di Donald Trump si erano radunati davanti alla sede del Congresso dopo l’invito dello stesso ex Presidente degli Stati Uniti Trump a protestare contro i brogli e le elezioni ‘rubate’ dai Democratici. La goccia che potrebbe avere causato l’assalto alle istituzioni potrebbe essere stata la doppia elezione nello Stato della Georgia dei due rappresentanti Democratici. Una vittoria all’ultimo istante che però consegna anche il Senato nelle mani del Partito Democratico e del nuovo Presidente Joe Biden.

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Gli arrestati sarebbero 52, molte per la violazione del coprifuoco. Nel frattempo Washington DC resterà in stato di emergenza fino al 21 gennaio, il giorno dopo l’insediamento del nuovo Presidente degli Stati Uniti, Joe Biden.

Quello che si è assistito al Congresso degli Stati Uniti è qualcosa che non ha precedenti nella storia statunitense. Manifestanti che fanno irruzione in una delle più importanti sedi della democrazia americana, incitati da un ex Presidente che non ammette la sconfitta ma che continua a fomentare l’odio e gridare a complotti immaginari ed elezioni rubate. Deputati e Senatori costretti alla fuga con le maschere antigas, agenti di polizia con armi in mani che aprono il fuoco contro i manifestanti. Questi stessi che si scattano dei selfie seduti nello scranno di Mike Pence o nella scrivania di Nancy Pelosi.

Nel frattempo, l’ex Presidente Trump ha pubblicato attraverso i social (video bloccato poi da Facebook, Instagram e Twitter) un video per i suoi sostenitori, in cui li invita a tornare a casa ma che al tempo stesso continua a non ammettere la sconfitta.

L’elezione ci è stata rubata, ma dovete andare a casa. Non vogliamo che nessuno resti ferito. Lo so che siete feriti, ci hanno rubato le lezioni. Un’elezione che abbiamo vinto a valanga e lo sanno tutti. Ma dovete andare a casa ora” e poi “Dobbiamo avere pace, ordine, legalità e rispettare. Non vogliamo che nessuno venga ferito. E’ un periodo difficile: questa è stata un’elezione fraudolenta ma c’è bisogno di pace. Andate a casa, siete speciali, vedremo cosa accade”.

Il nuovo Presidente statunitense Joe Biden ha dichiarato che: “Questa non è una protesta, è un’insurrezione. Le scene di caos non riflettono l’America. Le parole di un Presidente contano. Possono ispirare per il bene ma nel peggiore dei casi possono anche ispirare cose negative. Faccio appello al presidente Trump: deve andare adesso alla tv nazionale, in questo momento, onorare il suo giuramento e difendere la Costituzione. E chiedere che questo assedio termini adesso”.

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E adesso? Molte le voci che vorrebbero l’attivazione del 25/o emendamento della Costituzione per rimuoverlo dalla Presidenza. Questo emendamento prevede che sia il Vicepresidente a prendere i pieni poteri nel caso il cui il Presidente in carica sia deceduto, dimissionario o rimosso dal suo stesso incarico. Un’ipotesi appoggiata anche da molti ‘Big’ del Partito Repubblicano. Una soluzione, questa del 25/o emendamento per evitare nuovi colpi di testa da parte di Donald Trump nei 14 giorni che lo separano dall’insediamento del Presidente Joe Biden alla Casa Bianca.

Donald Trump è sempre più isolato. La portavoce dell’ex first lady, Melania Trump e il vice portavoce della stessa casa Bianca hanno dato le dimissioni dal loro incarico. E anche il Ministro dei Trasporti e il Consigliere per la Sicurezza Nazionale le stanno valutando.

Di sicuro Donald Trump e i suoi sostenitori non deporranno le armi anzi, la guerra ‘civile’ statunitense è appena agli inizi.

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