Ucraina la sua guerra potrebbe spingere 141 milioni di persone alla povertà

Ucraina la sua guerra potrebbe spingere 141 milioni di persone alla povertà. Interessante l’articolo apparso su Focus, scritto da Elisabetta Intini, riguardo alle conseguenze della guerra ucraina, una guerra che se non avesse termine, alla fine porterebbe milioni di persone all’indigenza più completa, cerchiamo di capire attraverso le parile di Elisabetta Intini questo come può accadere.

Da Focus: ”Una guerra che sembra non avere fine sta trascinando nell’indigenza milioni di persone in tutto il mondo: a causa dell’aumento dei prezzi dell’energia causato dal conflitto tra Russia e Ucraina ci sarà un nuovo balzo della povertà estrema, che potrebbe coinvolgere tra i 78 e i 141 milioni di persone in ogni parte del Pianeta.

I rincari energetici legati all’invasione dell’Ucraina, alle sanzioni e al ricatto sul gas della Russia si ripercuotono sul bilancio delle famiglie in molti modi diretti o indiretti – dagli aumenti in bolletta al caro trasporti, al rialzo dei prezzi del cibo. Uno studio pubblicato su Nature Energy ha calcolato che la guerra porterà a un aumento dei costi dell’energia sostenuti dai consumatori compreso tra il 62,6% e il 112,9%, e a un incremento tra il 2,7% e il 4,8% delle spese familiari per il costo della vita.

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Un team internazionale di scienziati delle Università di Birmingham (Regno Unito), Groningen (Paesi Bassi) e del Maryland (USA), in collaborazione con l’Accademia Cinese delle Scienze, ha calcolato in che modo stanno cambiando i costi addizionali per l’energia sostenuti dalle famiglie rispetto a prima dell’invasione dell’Ucraina.

L’analisi è stata condotta per 116 Paesi e tra uno e l’altro sono emerse importanti differenze, dovute sia ai diversi modelli di consumo sia al livello di dipendenza delle varie nazioni dai combustibili fossili. Poiché la Russia è uno dei principali esportatori di petrolio e gas naturale, i Paesi che dipendono fortemente da queste fonti energetiche sono alle prese con problemi di approvvigionamento e insostenibili costi di importazione.

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«A causa dell’iniqua distribuzione del reddito, l’aumento dei prezzi dell’energia impatterà sulle famiglie in modi molto diversi. L’inaccessibilità dei prezzi energetici e di altri beni necessari spingerà popolazioni già vulnerabili nella povertà energetica e persino nella povertà estrema», spiega Yuli Shan, tra gli autori dello studio. I nuclei familiari dei Paesi dell’Africa Subsahariana saranno quelli maggiormente colpiti dai rincari.

A livello globale, i gruppi di persone più benestanti dovranno affrontare un aumento dei costi dell’energia per beni e servizi non necessari e dall’elevato valore aggiunto, mentre quelli più poveri si accorgeranno dei rincari soprattutto nel provvedere ai bisogni quotidiani come il cibo e le spese dirette per l’elettricità e il riscaldamento domestici.

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 «Nei Paesi più poveri l’aumento del costo della vita mina i progressi conquistati a fatica nell’accesso all’energia e nella lotta alla povertà», commenta Klaus Hubacek, tra gli autori.

E se nel breve termine occorre trovare politiche per garantire l’accesso all’energia e alle altre necessità di base, allo stesso tempo bisogna assicurarsi che gli interventi più sostanziali siano in linea con le strategie di mitigazione della crisi climatica e dello sviluppo sostenibile. «Questa crisi globale senza precedenti – conclude Shan – ci ricorda che un sistema energetico altamente dipendente dai combustibili fossili non fa che perpetuare i rischi della sicurezza energetica, e accelerare la crisi climatica».”

I potenti della terra dovrebbero avere la coscienza di quanto dicono gli scienziati e provvedere fermare questa guerra infinita con operazioni diplomatiche invece di rafforzarla con aiuti di armamenti e quant’altro solo per foraggiare le industrie che costruiscono armi, dovrebbero, i potenti della terra, capire che stanno portando alla disperazione popoli interi affamati e privi di ogni genere di sussistenza e non continuare questo stillicidio incessante di operazioni atte solamente per profitti e interessi personali!

Fonte: Focus articolo scritto da Elisabetta Intini

Foto di New Leader