Caporalato Lavoro Nero inasprite sanzioni sfruttamento lavoratori

La Camera ha approvato il 18 ottobre il testo del provvedimento composto da 12 articoli per quanto riguarda il caporalato e il lavoro nero con sanzioni inasprite per chi esercita sfruttamento dei lavoratori, sanzioni che prevedono pene anche al datore di lavoro e alle imprese, fino a 6 anni di reclusione e se aggravate da minacce e violenze possono raggiungere un aumento di pena da un terzo alla metà e con multe che partono da 500 a 1000 euro per lavoratori fino ad arrivare a 2000 euro se aggravate da minacce o violenze, ma il pacchetto delle sanzioni, tra le altre,  prevede anche la confisca obbligatoria, sul fronte civile, con risarcimento e restituzioni per la parte offesa, con la possibilità del giudice di disporre del sequestro, il controllo giudiziario dell’azienda.

Susanna Camusso, leader della Cgil, ha affermato in una sua dichiarazione: ‘Finalmente una legge buona e giusta che ci aiuterà nella difesa dei lavoratori italiani e stranieri sfruttati da imprenditori privi di scrupoli, da caporali che lucrano sulla loro povertà e sul loro bisogno di lavoro, dalla criminalità organizzata’. “Una legge fortemente voluta dalla Cgil, conquistata a prezzo di dure battaglie, di morti e di centinaia se non migliaia di uomini ridotti in condizioni di vera e propria schiavitù’.- ‘Ringraziamo il Parlamento, per il lavoro svolto in aula e nelle Commissioni di Camera e Senato che, con grande impegno, hanno elaborato, discusso e portato al voto un’ottima legge’.

SANZIONI PIU' GRAVI PER CAPORALATO E LAVORO NERO
LAVORATORI SCHIAVI DEL CAPORALATO

Il caporalato era ed è rivolto al lavoro stagionale della raccolta agricola e determinava una vera e propria schiavitù, uno sperticato sfruttamento su lavoratori anche in età minorile, il caporalato è legato molto spesso ad organizzazioni malavitose e in genere si occupa di reperire manovalanza a bassi costi per aziende agricole o imprese, quali possono essere i migranti giunti sulle sponde italiane nella speranza di un lavoro per migliorare la propria condizione di vita, ma ridotti a veri e propri schiavi, sfruttati al massimo con paghe irrisorie e comprendevano anche minori, lavoratori che cadevano facile preda in mano a questi reclutatori di schiavi ma non si parla solo del Centro Italia ma anche dell’Italia settentrionale, esempio eclatante ne è  a Milano con l’avvicinarsi del Salone del Mobile, Rho diventa la maggior piazza del caporalato in città; anche le donne italiane sono soggette a questa schiavitù come hanno dimostrato le varie inchieste giornalistiche durante le campagne di raccolta dell’uva e delle fragole;  i media hanno riportato, in un caso tragico che ha fatto scalpore che l’azienda pagava regolarmente l’agenzia di lavoro interinale, mentre alla lavoratrice arrivava una retribuzione enormemente inferiore.

Fonte: PensioniOggi