Celacanto fossile vivente scoperto nel 1983 a rischio estinzione

Celacanto fossile vivente scoperto nel 1983 esattamente 40 anni fa. La prima prova dell’esistenza di celacanti viventi si ebbe nel 1938 quando Marjorie Courtenay-Latimer, curatrice di un museo di East London, Sudafrica, nell’esaminare il bottino di pescatori locali alla ricerca di fauna marina insolita, si imbatté in uno strano pesce blu fra il pescato di una barca di pescatori andati a caccia di squali nell’oceano Indiano all’altezza della foce del fiume Chalumna. Dopo aver riportato il pesce al museo, si accorse che non era in grado di classificarlo e così decise di chiedere informazioni al collega professor James Leonard Brierley Smith; nel frattempo il pesce fu imbalsamato da un tassidermista e quando Smith ne vide le spoglie lo identificò come un celacanto, un genere noto a quel tempo solo da esemplari fossili. La specie del pesce fu chiamata Latimeria chalumnae, in onore della scopritrice e delle acque in cui fu pescato, e da allora il celacanto viene considerato un fossile vivente.

LEGGI ANCHE >>>>> Cheesecake al cioccolato Toblerone profumato al Bayleis

A quel punto fu organizzata una ricerca mondiale per nuovi esemplari di celacanto, con un premio in denaro di 100 sterline, una somma ragguardevole per i pescatori africani dell’epoca. Quattordici anni dopo fu trovato un esemplare alle Comore: si pensava che fosse un altro ritrovamento unico, ma si scoprì che il pesce era noto agli abitanti delle Comore: i pescatori dell’isola di Anjouan non riuscivano infatti a capire perché fosse valutato tanto un pesce immangiabile come quello, da loro chiamato gombessa o mame, che ogni tanto finiva nelle loro reti per sbaglio. Oggi tuttavia sono ben consci dell’importanza della scoperta e del fatto che si tratti di una specie in pericolo e, ogniqualvolta un celacanto viene pescato, subito viene ributtato in mare.

LEGGI ANCHE >>>>> Zuppa del contadino canavesano

Detto anche latimeria, il celacanto rappresenta uno degli esempi più famosi di “fossile vivente”. È presente in prossimità delle coste del Sudafrica e del sud del Madagascar, in acque di profondità compresa tra i 150 e gli 800 metri. Di colore variabile tra il bruno e il blu-nerastro, ha un corpo piuttosto tozzo che raggiunge il peso di 50-60 chilogrammi ed è coperto di squame particolarmente robuste e vistose che secernono muco e lo rendono molto viscido. Il capo è poco pronunciato, gli occhi sono assai sensibili alla luce e le pinne hanno la base muscolosa e fornita di ossa articolate; quelle pettorali e ventrali, simili ad arti rudimentali, permettono al pesce, oltreché di nuotare, addirittura di spostarsi sul fondo del mare “camminando”. Il celacanto si nutre di altri pesci, che cattura all’agguato. Specie simile è Latimeria menadoensis, presente a nord dell’isola di Celebes (Indonesia) e scoperta solo nei primi anni Duemila. Lunga 1,2-1,4 metri, vive a una profondità di 150-200 metri e si nutre di seppie, calamari, pesci lanterna e altri pesci di piccole e medie dimensioni.

LEGGI ANCHE >>>>> George Michael eclettico e trasgressivo artista della musica si spegne il 25 dicembre 2016 Video

L’ambiente in cui vive il celacanto è rimasto pressoché invariato dal Cretaceo, periodo in cui si diffuse. Questi animali vivono tra gli anfratti dei fondali marini situati tra i 200m e i 700m di profondità; all’interno di queste insenature trascorrono una parte del loro tempo proteggendosi e riposandosi.

Fonte: it.wikipedia.org.

Foto di ilgiornaledeipescatori.it