Conferenza di Wannsee e la “soluzione finale” decisa dai nazisti il 20 gennaio 1940

Conferenza di Wannsee e la “soluzione finale” decisa dai nazisti il 20 gennaio 1940. Per non dimenticare un passato brutale come fu stato il regime nazista è giusto rivedere i passi che sono stati fatti per raggiungere quell’orrenda frase di ”soluzione finale” decisa nella Conferenza di Wannsee, il 20 gennaio 1940, riguardo  l’emigrazione, la resa in schiavitù e lo sterminio di una parte del popolo ebraico che viveva nei territori conquistati dall’esercito tedesco durante la Seconda Guerra Mondiale.

Tratto da Biografieonline: ”La  “soluzione finale” fu una formula linguistica terribile, inventata dai nazisti per elaborare un piano che prevedesse l’emigrazione, la resa in schiavitù e lo sterminio di una parte del popolo ebraico che viveva nei territori conquistati dall’esercito tedesco durante la Seconda Guerra Mondiale.

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Al fine di realizzare questo piano Adolf Hitler chiese al Maresciallo Hermann Goring di dare avvio all’organizzazione logistica e militare per deportare tutte le persone di origine ebraica in un luogo preposto.

Goring ordinò a Reinhard Heydrick, alto ufficiale delle SS, capo del Reichssicherheitshauptamt  (nome per esteso della “RSHA” l’ufficio centrale per la sicurezza del Reich che svolgeva funzioni di spionaggio, di controspionaggio e di polizia nei territori del Reich) e governatore del protettorato di Boemia e Moravia di organizzare una conferenza nella quale si discutesse come avviare la soluzione finale e a questo proposito di convocare le personalità che avrebbero dovuto coinvolgere ministeri e istituzioni del Reich per realizzare il più grande esodo e genocidio della storia.

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La conferenza si tenne il 20 gennaio 1942 in una villa nei pressi del lago Wannsee non molto lontano da Berlino. Vi parteciparono 15 gerarchi del governo nazista.

Heydrich  aprì la riunione. Fece un’ampia premessa sulle politiche e strategie organizzative adottate, fino a quel momento, dal governo tedesco per trasferire gli ebrei residenti nel continente europeo in una zona specifica. Inizialmente era stato previsto come luogo di confino il Madagascar. In seguito si cambiò  decisione. Soprattutto a causa degli sviluppi che stava prendendo la guerra. Si decise di spostare gli ebrei nei campi di concentramento e nei paesi dell’Est Europa.

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Il fine era di utilizzarli come manodopera in tutte le strutture operative e industriali che servivano al mantenimento della macchina bellica. Si pensò all’impiego per la costruzione di strade soprattutto in quei paesi nell’Est Europeo dove mancavano. Si pensò alla manodopera specializzata e non specializzata nelle fabbriche e industrie dei territori occupati e del Reich.

Quest’ultimi non sarebbero stati evacuati fino a quando non fossero stati sostituiti da altra manodopera dello steso livello. Non si parla, infatti, nel verbale della conferenza (l’unico esemplare pervenutoci apparteneva a Martin Luther, Sottosegretario al Ministero degli Esteri, ma ne furono redatte 30 copie) di sterminio. Nemmeno si citano armi o metodi di soppressione delle persone. Si identifica tuttavia nella deportazione e nel lavoro forzato il metodo più efficace per operare una selezione naturale dei prigionieri.

Gli ebrei residenti in Europa erano circa 11 milioni: questa sarebbe stata la cifra della deportazione.

Durante i lavori della conferenza di Wannsee si discusse in quale modo, nei vari territori europei alleati e occupati dall’esercito tedesco, sarebbe stato necessario intervenire per operare nel modo più veloce l’emigrazione forzata di persone di origine ebraica: fu ripartita la presenza degli ebrei in tutti i paesi europei e fu rilevata la maggiore difficoltà nell’organizzare efficacemente l’emigrazione forzata in Romania, dove era più facile procurarsi illegalmente documenti falsi e in Ungheria, dove non era ancora stato nominato un responsabile della questione ebraica.

In Francia fu sottolineato che non c’erano grossi problemi grazie anche al collaborazionismo del governo di Vichy. Mentre la Boemia e la Moravia, governate da Heydrich, avrebbero dovuto essere i primi territori in cui applicare la soluzione finale. Anche l’Italia e la Spagna avrebbero collaborato senza difficoltà grazie al forte legame con i nazisti.

La conferenza si concluse con la richiesta, da parte di Heydrich a tutti i partecipanti, di aiutarlo fin da subito con il loro zelo e le loro conoscenze a realizzare tale progetto nel modo più rapido ed efficace.

E’ interessante notare che il lavoro forzato di persone di origine ebraica fu utilizzato anche da industrie tedesche che dopo la guerra raggiunsero uno sviluppo notevole e che cercarono di nascondere il fatto di aver utilizzato schiavi per la realizzazione dei loro prodotti.

Ci sono molti libri che raccontano quali aziende furono coinvolte e che varrebbe la pena leggere per comprendere il grado di compromissione che il popolo tedesco ebbe con il trattamento riservato dai nazisti al popolo ebraico.” (tratto da Biografieonline)

Accadde Oggi, per non dimenticare! MAI!

Fonte: Biografieonline