Dragoncello ottimo antisettico naturale per il cavo orale

Dragoncello ottimo antisettico naturale per il cavo orale. Nel Medioevo il dragoncello veniva considerato quasi un’erba magica, si pensava che potesse immunizzare dalla peste e che potesse essere un antidoto contro il morso dei serpenti. La radice può essere utilizzata in infusione e bevuta come tè per stimolare uno stato di trance. Il dragoncello ha un profumo dolce, ma un gusto leggermente amaro e aspro, piacevolmente forte, simile all’anice.

Quest’erba aromatica è caratterizzata da foglie di colore verde acceso, sottili e brillanti e piccoli fiori giallognoli. Le varietà di dragoncello sono tre: dragoncello siberiano o russo, dragoncello messicano e dragoncello francese.

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Il dragoncello si usa cogliendo foglie e infiorescenze, che si possono mangiare tanto fresche quanto essiccate e si possono raccogliere dalla primavera alla fine dell’estate. Ovviamente non bisogna esagerare e lasciare sempre almeno metà delle foglie sulla pianta per non indebolire troppo il cespo.

Il dragoncello è una spezia dalle spiccate proprietà digestive: un infuso di foglie preso dopo i pasti favorisce la digestione e l’eliminazione di gonfiori addominali.

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Questa pianta è anche un antisettico naturale, utile contro il mal di gola e le infiammazioni del cavo orale. Già al tempo dei Greci si masticavano foglie di dragoncello per alleviare il mal di denti.

Il sapore del dragoncello è pungente e aromatico, a metà tra il sale e il pepe, per questo possiamo considerarlo un ottimo esaltatore di sapidità naturale, utile per chi non può assumere sale per motivi di salute. Favorisce inoltre la depurazione dell’organismo stimolando la diuresi e combatte l’inappetenza.

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Sul perché questa pianta sia stata chiamata dragoncello, cioè “piccolo drago”, esistono diverse teorie: la forma delle radici (che ricordano un groviglio di serpenti) potrebbe giustificarne il nome, ma è anche accreditata l’ipotesi che dietro questa scelta ci sia l’antica fama che ha questa pianta di guarire dai morsi di serpenti velenosi.

Una leggenda narra invece come la pianta arrivò in Toscana: una ragazza senese si innamorò durante l’occupazione napoleonica di un dragone (un soldato a cavallo).  Un giorno, scuotendo gli stivali dalla finestra, il soldato fece cadere dei semi in un vaso che la ragazza teneva sul davanzale. Il dragone presto ripartì per tornare nel suo Paese e da quel vaso nacque una piantina profumata che la ragazza chiamò dragoncello, in ricordo dell’amore che aveva vissuto.

Fonte: cure-naturali

Foto di Katharina N. da Pixabay