Fritz Haarmann: il Macellaio di Hannover

Fritz Haarmann: il Macellaio di Hannover

Fritz Haarmann: il Macellaio di Hannover. Si tratta di uno dei più terribili e inquietanti della storia criminale della Germania. Tra il 1918 e il 1924 la città di Hannover fu al centro di una serie di efferati delitti che lasciarono una profonda cicatrice nella memoria collettiva della città tedesca.

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La Germania veniva dalla sconfitta del primo conflitto mondiale e la società tedesca si trovava in forti difficoltà tra povertà, distruzione e un’inflazione galoppante. In questo scenario il futuro Macellaio di Hannover si adopererà per calmare la sua sete di sangue e vite umane.

Fritz Haarmann (classe 1879) non dava nell’occhio, lo potremmo considerare un individuo appartatamente comune, anche se nel suo passato troviamo diversi precedenti penali per furto e per qualche tempo, fu rinchiuso in manicomio.

Il futuro Macellaio di Hannover proviene da un ambiente famigliare molto disagiato e particolare. Sesto figlio di un ferroviere dal carattere chiuso e scontroso – i suoi colleghi l’avevano soprannominato ‘Olle l’imbronciato’ – mentre la madre autoritaria e invalida e sarà costretta a passare gli ultimi dodici anni della sua vita senza potersi alzare dal letto. Un quadro famigliare che potrebbe aver creato le basi per la sua oscura figura di serial killer.

Nonostante i suoi trascorsi la polizia dell’epoca, l’ho utilizzo come informatore diventando con il tempo amico intimo di diversi poliziotti cui ‘regalava’ abiti e a loro volta chiudeva un occhio in merito alle sue frequentazioni omosessuali, infatti, in quel periodo l’omosessualità era in legale in Germania e punita tramite il famigerato Paragrafo 175 del Codice Penale.

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Le vittime del Macellaio di Hannover erano i ‘ragazzi di strada’ che frequentavano le stazioni ferroviarie per vendere il loro corpo. Li adescava nelle stazioni e li ricattava, facendo leva sul fatto che collaborasse con la polizia e li portava nel suo appartamento per consumare un rapporto omosessuale per poi ucciderli a sangue freddo, il più delle volte azzannava le sue vittime alla gola. E dopo aver smembrato i cadaveri, li scaricava nel fiume Leine. Durante il processo, si sparse anche la voce – poi infondata – che avesse venduto i resti delle sue vittime, spacciandola come carne di suino.

Il Macellaio di Hannover aveva anche un compagno – complice, Hans Grans un giovane di bell’aspetto che rivendeva gli abiti delle vittime.

Le vittime accertate furono 27, anche se in molti sospettano possano essere anche 50. Le indagini prendono il via dal 17 maggio del 1924, quando un gruppo di bambini giocando vicino al castello di Hannover trovarono un teschio umano, e il 29 dello stesso mese dal fiume Leine furono trovati in riva altri pezzi di cadaveri. Tutti questi ritrovamenti scatenarono il panico tra la cittadinanza, messa subito a tacere con l’ipotesi che quei resti umani provenissero dall’Istituto Anatomico di Gottinga. Una dichiarazione che riuscì a calmare la popolazione, sino a quando non emersero dal fiume, altri resti umani. A quel punto le autorità non poterono più nascondere la realtà.

Fritz Haarmann non fu indagato nella prima parte delle indagini. L’autore della cattura del Macellaio di Hannover fu per opera dello stesso Fritz Haarmann.

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Il 23 giugno del 1924, Fritz Haarmann andrà dalla polizia per consegnare Karl Fromme un ragazzino di 15 anni che aveva adescato e che sarebbe potuta diventare l’ennesima vittima del Macellaio di Hannover. A quel punto, il ragazzo accuserà Fritz Haarmann di averlo molestato sessualmente, facendolo diventare il sospettato numero uno di quegli atroci omicidi. Durante l’interrogatorio si contradirà spesso ma saranno i genitori di Robert Witzel, vittima di Fritz Haarmann a condannarlo.

In quel momento il Macellaio di Hannover indossava il cappotto di Robert Witzel, e fu riconosciuto dai genitori della giovane vittima. E dopo un rapido controllo, trovarono nelle tasche del cappotto i documenti del giovane.

Il processo al Macellaio di Hannover e al suo compagno Hans Grans, durerà dal 4 al 19 dicembre del 1924 con la condanna a morte per Fritz Haarmann che accuserà anche il suo compagno di essere il suo complice.

Hans Grans, riuscirà a farsi commutare la condanna a morte in 12 anni di carcere, anche grazie alla lettera di Fritz Haarmann – ritrovata dopo la sua condanna a morte – in cu scagionava del tutto il suo compagno. Una volta scontata la pena, Hans Grans continuerà a vivere a Hannover per poi morire nei primi anni 80.

Fritz Haarmann sarà ghigliottinato il 15 aprile del 1925. La sua testa è attualmente conservata presso l’Università di Göttingen, mentre il suo corpo fu seppellito nel cimitero di Hannover.