LUCY |
Google come sempre attento alle celebrazioni dedica oggi un doodle animato dell’evoluzione umana, ringraziando anche in questo modo simpatico la scoperta fatta dai paleontologi, i quali dettero nome Lucy all’australopiteco in virtù del fatto che per ritrovare lo scheletro completo di Lucy ci impiegarono ben tre settimana con la loro pazienza certosina, già sapendo a priori che la loro scoperta era di una portata storicamente eccezionale, ragion per cui dettero una festa nel loro campo e fra le altre cose deciso tutti insieme di chiamare l’ominide AL 288-1 ma con un nome più agevole scegliendo Lucy traendolo dalla canzone ‘Lucy in the Sky with Diamonds’, da una canzone che ascoltavano durante i festeggiamenti per il ritrovamento.
L’australopiteco Lucy era alto 1,1 metri e aveva un peso di circa 29 chilogrammi, con un cranio piccolo quasi come quello agli attuali scimpanzé, mentre il bacino e le gambe erano molto più sviluppati e quasi simili all’essere umano attuale, assolvendo alle stesse identiche funzioni, la difficoltà si è mostrata nell’identificare l’età, infatti non fu possibile collocare Lucy in una linea temporale fino ai primi anni Novanta, quando si arrivò alla conclusione che l’ominide visse in Africa intorno ai 3,2 milioni di anni fa; oggi il suo scheletro è presso il Museo Nazionale dell’Etiopia ad Addis Abeba, ma è solo una copia in quanto l’originale è ben protetto in un’area non visibile al pubblico; inoltre tanta è l’importanza di questo ominide che ispirò un film, di Luc Besson, nel 2014, interpretato dalla bella Scarlett Johansson e dal bravissimo Morgan Freeman.