La grande poesia di Gabriele D’Annunzio: I Pastori

Nel post di oggi vi propongo la bellissima poesia I Pastori” di Gabriele D’Annunzio, contenuta nella raccolta Alcyone, che fu composta tra il 1899 ed il 1903.

Una lirica straordinaria, dove il Vate ricordava la sua terra natia, l’ Abruzzo, dove con nostalgia riporta le immagini dei pastori che tornano dall’alpeggio.
La malinconia del ricordo, lo fa sentire così lontano da quel mondo in cui aveva passato la giovinezza.

Testo poesia : Gabriele D’Annunzio – I Pastori

Settembre, andiamo. È tempo di migrare.
Ora in terra d’Abruzzi i miei pastori
lascian gli stazzi e vanno verso il mare:
scendono all’Adriatico selvaggio
che verde è come i pascoli dei monti.
Gabriele D'Annunzio - I Pastori
Han bevuto profondamente ai fonti
alpestri, che sapor d’acqua natia
rimanga né cuori esuli a conforto,
che lungo illuda la lor sete in via.
Rinnovato hanno verga d’avellano.

E vanno pel tratturo antico al piano,
quasi per un erbal fiume silente,
su le vestigia degli antichi padri.
O voce di colui che primamente
conosce il tremolar della marina!

Ora lungh’esso il litoral cammina
La greggia. Senza mutamento è l’aria.
Il sole imbionda sì la viva lana
che quasi dalla sabbia non divaria.
Isciacquio, calpestio, dolci romori.

Ah perché non son io cò miei pastori?

Pubblicato da Jagming

Installatore elettromeccanico, musicista, blogger, amante della natura, degli animali ed appassionato di fitoterapia