M5S e Lega Nord contro Matteo Renzi per crescita zero dell’economia italiana

L’opposizione di scatena contro il premier Renzi dopo aver saputo la notizia dell’Istat che dichiara crescita zero e Pil bloccato nel secondo trimestre, dichiarazioni durissime che coinvolgono il Presidente del Consiglio italiano, ma col senno del poi tutti si è capaci di condannare, al momento giusto per dare un’opposizione seria a quanto si decideva dove erano tutti questi signori che ora gridano il loro disappunto a favore di una campagna pubblicitaria per il proprio partito, relativa al referendum costituzionale? Quando si decideva su tema previdenziale, Job Acts e quant’altro questi esponenti parlamentari oggi così pronti a crocifiggere Renzi perché non hanno opposto una resistenza tale da abbattere tali decisioni?
Laura Castelli e Stefano Lucidi, capogruppo del Movimento 5 Stelle hanno affermato: ‘Si capisce perché Renzi preferisce parlare di riforme istituzionali, accentrando l’attenzione sul suo futuro politico. È una strategia disperata per nascondere i suoi tragici fallimenti economici, che stanno abituando alla miseria milioni di persone e famiglie. Un mese fa l’Istat ci ha comunicato il numero record di poveri assoluti (4,6 milioni). Oggi arriva la notizia che il Pil è di nuovo fermo’, proseguendo: ‘Le riforme della Boschi – aggiungono – sono un pericoloso diversivo politico, mentre all’ordine del giorno dovrebbero esserci misure espansive per l’economia e a sostegno di povertà e disoccupazione. In due parole: investimenti pubblici e reddito di cittadinanza. Ma le regole della Troika europea non lo permettono e Renzi che in Italia si è venduto come paladino anti-austerità, a Bruxelles continua a calare le braghe’.


Non potevano di certo mancare le frecce avvelenate del segretario della Lega Nord, Matteo Salvini che dalla sua pagina Facebook dichiara: ‘Italia, crescita ferma e debito pubblico record a 2.248 miliardi. Monti, Letta e Renzi, stesse promesse e stessi fallimenti. Tassa unica per tutti al 15%, federalismo fiscale e premi ai Comuni virtuosi, cancellazione del Patto di Stabilità, ridiscussione dei Trattati Europei e superamento dell’Euro, cancellazione degli studi di settore e della maledetta Legge Fornero (40 anni di contributi meritano la pensione), riforma della giustizia civile, taglio di burocrazia ed enti inutili, come le Prefetture, chiusura di Equitalia.Ci vuole coraggio, a noi non manca’.


MATTEO RENZI

Ed infine non manca Renato Brunetta, capogruppo di FI alla Camera che severissimo punta il dito contro il premier Renzi affermando: ‘Pioggia di brutte notizie per Renzi, Bankitalia e Istat suonano il de profundis al governo. Innanzitutto sul debito pubblico: nuovo record a giugno, con 2.248,8 miliardi, a smentire il ministro dell’economia, Pier Carlo Padoan, che continua a ripetere, non si sa su quali basi, che diminuisce. Ma negare l’evidenza è una pratica consolidata di questo esecutivo. Lo ha fatto, da quando è in carica, anche sulla crescita, propagandando una ripresa che non c’è”.
‘I dati Istat di oggi ci dicono, infatti, che tra marzo e giugno di quest’anno il Pil italiano è rimasto fermo al palo e che nei primi sei mesi del 2016 la crescita acquisita è solo dello 0,6%. Destinato a rimanere immobile o a diminuire nei prossimi trimestri, quando sconteremo l’effetto dell’uscita del Regno Unito dall’Unione europea, di cui i dati di oggi non tengono ancora conto’.

Rispetto alle previsioni del governo, che nel Documento di Economia e Finanza (Def) di aprile ha stimato una crescita del Pil nel 2016 dell’1,2%; siamo esattamente alla metà. Se a questo si aggiunge che nel calcolo del Pil nominale (Pil reale + inflazione), che è quello che conta ai fini del rispetto dei parametri europei, il governo ha stimato un tasso di inflazione dell’1%, quando a fine anno sarà pari a zero o meno di zero, avremo dati a consuntivo (Pil nominale: 0,6%-0,7%) pari a un terzo rispetto alle previsioni del governo (Pil nominale: 2,2%), con tutte le conseguenze in termini di deficit, debito, investimenti. Per correggere i conti pubblici, servirà una manovra da 30-40 miliardi. E la Legge di stabilità di ottobre sarà lacrime e sangue per il Paese, altro che bonus promessi a destra e a manca per comprarsi il consenso. Gli italiani al referendum di autunno giustamente voteranno ‘No’ con le tasche, e non avranno pietà dell’imbonitore Renzi. Se il buon giorno si vede dal mattino – conclude -, sarà un autunno caldo e nero per il governo’.

Questi personaggi che si ergono a giudici sono molto bravi tirare l’acqua al proprio mulino, ma non per questo si giustifica il premier Renzi e i suoi errori di valutazione politica, evidentemente erano dormienti questi signori quando si ‘decideva’ le sorti del popolo italiano, o in altre faccende affaccendati oppure hanno lasciato correre per avere, attualmente, l’opportunità di sottolineare gli errori fatti ed acquisire agli occhi dei cittadini il merito di denigrare e lapidare il premier Renzi al fine ultimo di acquisire fiducia e voti per il prossimo referendum istituzionale: e fra i litiganti quello che ci perde sempre è il popolo onesto e lavoratore!

Fonte: Huffingtonpost