Paracelso tra scienza e magia si spegne il 24 settembre 1541

Paracelso tra scienza e magia si spegne il 24 settembre 1541. Philippus Aureolus Theophrastus Bombastus von Hohenheim, meglio noto semplicemente come Paracelsus o Paracelso, nasce ad Einsiedeln, in Svizzera, il 14 novembre del 1493. Medico, alchimista e astrologo, scienziato, è stato di fatto uno sperimentatore controverso e dalla personalità decisamente sopra le righe. Il nome Paracelso si deve a lui stesso, stante a indicare, segno anche dell’alta considerazione che aveva di sé, il suo essere di pari levatura rispetto ad Aulo Cornelio Celso, romano naturalista ed esperto in arti mediche. “Para”, com’è noto, in greco significa “dipresso”, “vicino”.

Orgoglioso, superbo, tacciato di immoralità e talvolta di ateismo, dal suo vero nome Bombastus, dicono alcuni esperti, gli inglesi avrebbero coniato il termine “bombastic”, indicante per l’appunto una persona piena di sé, arrogante, saccente. Nel suo campo, Paracelso è considerato come una delle figure più significative del Rinascimento europeo, primo botanico sistematico.

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Il suo metodo d’indagine anticipa anche quello Sperimentale, che sarebbe stato elaborato in modo completo soltanto nel ‘600, a opera di Galileo Galilei e di altri studiosi europei. Rifugge tutti i pregiudizi e le schematiche dell’epoca, teorizza forme di medicina e mette in pratica alcune sue intuizioni. Ai quattro elementi di Aristotele, per secoli la summa di qualsiasi studio inerente la materia, Paracelso aggiunge una teoria che contempla, oltre ai principi di sale, zolfo e mercurio, anche la presenza di spiriti della natura nella formazione e nei cambiamenti della materia.

In opposizione alla medicina tradizionale, dà vita alla disciplina della iatrochimica, basata sull’uso dei minerali come cura di alcune malattie. A lui si deve il termine zinco, studiato e battezzato come “zincum”. È uno dei primi a sistematizzare l’uso dell’oppio in alcune terapie, mediante pastiglie da lui battezzate “laudanum”. Alcuni raccontano che sia riuscito persino a concepire la vita in vitro. Le sue opere, spesso vietate, sono state pubblicate tutte postume.

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Dell’infanzia e della giovinezza di Bombastus, poco si sa di certo e le fonti, quasi sempre, discordano su date e luoghi. Figlio di Wilhelm von Hohenheim e di una serva ecclesiastica, dalla quale sembra aver ereditato la bruttezza fisica e di cui si racconterà fosse isterica, il futuro Paracelso cresce in una delle case vicine al monastero di Unsere Liebe Frau, tra le stazioni di sosta per i pellegrini diretti a Santiago de Compostela.

È certo il suo passaggio, con il padre, intorno al 1502 in Carinzia, a Villaco. Così com’è certo che i primi rudimenti di chimica e medicina li avrebbe appresi proprio dal padre Wilhelm, il quale sarebbe stato un gran maestro dell’ordine Teutonico, oltre che un laureato in medicina alla celebre Università di Tubinga.

Successivo all’apprendistato paterno, è l’incontro con Tritemius, abate di Spanheim e grande cabalista, meglio noto come Giovanni Tritemio, studioso di chimica e di occultismo, altri insegnamenti che infonde nel giovane Bombastus.

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Circa la formazione universitaria si sa poco, a parte che avviene tra il 1509 e il 1515. Paracelso passa da un ateneo all’altro, alla maniera dei grandi studiosi medievali. Sprezza il metodo della Sorbona di Parigi, allora piuttosto apprezzata; ottiene entro il 1511 il Baccalaureato a Vienna; girovaga tra varie università tedesche, da Tubingen a Heidelberg, da Wittenberg a Ingolstadt, fino a Monaco. Passa e si ferma, pare non molto, anche all’Università di Ferrara, dove ottiene la laurea in medicina, probabilmente durante o poco dopo il passaggio del matematico Niccolò Copernico.

Intorno agli anni ’20, a quanto pare, si trova nel Tirolo per studiare le miniere, una delle cose che lo interessano di più e su cui impegna molte delle sue forze intellettuali. Associa e analizza le caratteristiche dei minerali e le malattie contratte dai minatori, con piglio scientifico moderno. Lavora inoltre, a fasi alterne, come medico militare al seguito di diversi eserciti europei, arrivando sino in Svezia. A suo dire – ma è notoria la sua propensione all’esagerazione – avrebbe servito anche gli eserciti cinesi e russi, fino a ricevere dal Kahn alcuni importantissimi segreti.

Intorno al 1527 guarisce Erasmo da Rotterdan e Ecolampadio. Grazie a questo risultato, e al loro intervento, riesce ad ottenere il doppio incarico di medico municipale e di insegnante all’Università di Basilea. Tuttavia, l’esperienza non dura molto. Paracelso durante le sue lezioni invita i propri studenti a bruciare pubblicamente i testi di Galeno ed Avicenna. Secondo lui, ognuno possiede dentro di sé le doti necessarie per esplorare il mondo; quanto detto e teorizzato per secoli sarebbe tutto da scartare, ormai materiale obsoleto e inesatto.

La stima iniziale in ambito accademico dura poco e anche gli studenti finiscono per disamorarsi di lui e della sua spregiudicata eterodossia in qualsiasi campo. Il problema è che Paracelso in questi anni si oppone tanto alla medicina tradizionale quanto a quella nuova che sta nascendo in Italia e in Francia. Nel 1528 pertanto è costretto a lasciare l’Università e la città di Basilea.

Riprende allora le sue peregrinazioni e nel 1530, viene ospitato dal barone von Stauff nei pressi di Regensburg. Qui gli arriva anche la notizia che il Consiglio municipale di Norimberga ha vietato alcune sue pubblicazioni.

Intorno a questi anni vive anche un momento piuttosto interessante nella cittadina di San Gallo, nell’est della Svizzera. Dal 1531, pare gli sia stata affidata la salute del borgomastro del paese Christian Studer per ventisette settimane. Durante il suo soggiorno a San Gallo inoltre, Paracelso avrebbe anche dato un saggio della sua inclinazione profetica, così come descritto dalle sue stesse parole nell’opera “Paramirum”. Il 28 ottobre del 1531 il medico avrebbe avvistato un gigantesco arcobaleno, il quale avrebbe avuto la stessa direzione da cui, due mesi prima, sarebbe venuta la nota cometa di Halley. Il messaggio dell’arcobaleno, secondo Paracelso, sarebbe stato di tipo salvifico, a differenza della discordia annunciata dalla cometa.

Dell’ultimo decennio della sua vita si sa poco, a parte il fatto che avrebbe continuato a vagare di città in città, senza mai smettere di bere, suo vizio incontenibile.

Paracelso muore a Salisburgo il 24 settembre del 1541, secondo alcune fonti ucciso, pochi giorni dopo aver dettato il proprio testamento. È sepolto nella chiesa di San Sebastiano.

Fonte: biografieonline.it

Foto di arc-fotos da Pixabay