L’Esecutivo sta studiando strutture, con i tecnici addetti allo scopo, per i giovani che sono entrati nel mondo del lavoro nel 1996 e per i quali si prevede che l’età pensionabile sia 75 anni, Milano Finanza ha chiarito il motivo per il quale si avrebbe questa insana situazione e cioè esiste un meccanismo che consente di andare in pensione prima a 63 anni con 20 di anzianità contributiva ma: ‘A rendere di fatto impossibile l’accesso al prepensionamento è il requisito della prima rata di pensione a 2,8 volte l’assegno sociale. Il che vuol dire uno stipendio di circa 2.esiste un meccanismo che consente di andare in pensione prima a 63 anni con 20 di anzianità contributiva 500 euro al mese. Al contrario se la pensione è inferiore a 1,5 volte l’assegno sociale l’età della pensione può salire fino a 75 anni. In sostanza esiste una flessibilità per i giovani, a patto però di avere un buon lavoro. In caso contrario bisognerà lavorare di più, anche fino a otto anni’.
Mentre Progetica, una società di consulenza finanziaria indipendente, ha indicato tre diversi scenari sull’età pensionabile costruiti seguendo le regole Monti e Fornero: ‘Se al momento del ritiro dal mondo del lavoro la pensione varrà almeno 2,8 volte l’assegno sociale, si può anticipare di tre anni (63 anni e sette mesi, nel 2017) rispetto al requisito normale di vecchiaia (66 anni e sette mesi) (…) In sostanza esiste una flessibilità per i giovani, a patto però di avere un buon lavoro. In caso contrario bisognerà lavorare di più, anche fino a otto anni’; con questi dati allarmanti si avrà quale conseguenza una generazione di nuovi poveri, se durante la vita lavorativa non si raggiungono emolumenti di un certo importo, che graveranno comunque sulle casse statali con assistenze sociali varie!
I sindacati dovrebbero prendere nota e confrontarsi al tavolo permanente con il Governo per abbassare l’importo della soglia a 1,5 volte quello dell’assegno sociale, ampliando al contempo la platea dei beneficiari, salvando la gioventù dallo spettro di una pensione in un’età a cui si ha diritto, dopo una vita di lavoro, ad un sereno riposo con un vitalizio che permette sia dignità che sopravvivenza!
Fonte: Wallstreetitalia