Pensioni News Governo priorità Ape social disabili disoccupati taglio precoci carenza fondi

Una timida, insicura riforma previdenziale che viene data a piccole dosi, dove l’unica certezza resta nella priorità per l’Ape social, per disabili e disoccupati, il cui costo si aggira sui 700 milioni di euro, mentre per i lavoratori precoci si prevede un netto taglio, motivo fondamentale è da ricercarsi nella carenza dei fondi per far fronte a tutte le promesse spese per la rivalutazione del tema previdenziale.

Secondo le opinioni del Corriere, il Governo sta attuando e mettendo in campo i primi decreti attuativi, scegliendo alcune categorie a cui dare la priorità, fra di esse sono i disoccupati, i lavoratori disabili e quelli con un disabile a carico, che sarebbero coperti dall‘Ape social, infatti permetterebbe loro di entrare in pensionamento fino a tre anni e sette mesi prima della scadenza senza penalizzazioni sul vitalizio per le fasce sociali tutelate, il problema principale consiste nella carenza di coperture in quanto il Tesoro ha stanziato circa 300 milioni per il 2017;  rimane sempre questo scoglio, che non si riesce a superare per nessun motivo, delle risorse finanziarie mancanti che permetterebbero ai lavoratori aventi diritto di entrare in pensione, uno scoglio che non si vuole superare, nonostante Tito Boeri, presidente dell’Inps, abbia dato strumenti utili per recuperare fondi e mettere una pezza laddove manca.

Una decisa pressione e presa di posizione al Governo, riguardo ai lavoratori precoci e quota 41, arriva da Roberto Occhiodoro, del gruppo Facebook Lavoratori  precoci a tutela dei propri diritti, che in un post sottolinea l’urgenza di un intervento a loro favore: ‘Buongiorno a tutte/i; come sapete è slittato al 20 marzo l’incontro tra governo e sindacati per la definizione dei decreti attuativi della legge di bilancio 2017. Non ci è dato sapere per quale motivo si continua a rimandare ed allora cominciano ad affiorare retropensieri piuttosto sgradevoli. E allora che sia chiaro al governo che noi NON SIAMO DISPOSTI a vedere rimandate o peggio ancora annullate quelle poche migliorie riguardanti la situazione previdenziale di migliaia di lavoratori. Ed è per questo che, nonostante il pochissimo tempo a disposizione, invitiamo chiunque di noi possa, a partecipare alla manifestazione indetta da OPZIONE DONNA proroga al 2018; manifestazione che si terrà il 23 Marzo sotto Montecitorio la mattina. Ricordo inoltre che sia il 20 che lo stesso 23 saremo presenti come presidio per far sentire la nostra voce sotto il Ministero del Lavoro in occasione degli incontri tra governo e sindacati e di cui ancora oggi non si conosce l’orario. Ricordo inoltre la manifestazione nazionale dell’ 8 Aprile per i SI ai referendum, per il lavoro e le pensioni. Esigiamo una pronta definizione dei decreti attuativi e che questa riforma parta dal 1 maggio. Non tolleriamo ritardi ulteriori: la nostra pazienza è finita’.

La pazienza è finita da un pezzo ma non solo dai lavoratori precoci e quota 41, anche da categorie dimenticate come le quindicenni che attendono da anni una risposta alle loro problematiche mai risolte e messe da parte come zavorra inutile, altre categorie di lavoratori pressano il Governo nel chiedere risposte che non arrivano se non con promesse vaghe e mai mantenute, il Governo con la scusa delle carenze di risorse finanziarie tiene in ballo milioni di famiglie italiane senza dare alcuna certezza, sapendo benissimo dove si potrebbero recuperare le famose coperture che sembrano mancare, che in effetti, a tutti gli effetti, non si vogliono trovare, lo stesso Presidente dell’Inps, Tito Boeri, ha indicato più volte dove si può risparmiare per poter rappezzare questo vascello traballante delle pensioni, rimanendo inascoltato, discusso, criticato perché ovviamente va a toccare la ‘casta’ e i suoi privilegi e vitalizi faraonici!

Fonte: Affaritaliani