PETA boicottare il film “Qua la zampa”

PETA boicottare il film “Qua la zampa”

L’utilizzo degli animali nei film può nascondere (il più delle volte) degli episodi di maltrattamento come nel caso del film “Qua la zampa”.

Nelle sale italiane è arrivato il film “Qua la zampa” (A Dog’s Purpose) che tratta il rapporto tra esseri umani e i loro fedeli compagni a 4 zampe, i cani.

La PETA (People for Ethical Treatment of Animals) associazione internazionale per la difesa degli animali ha dato vita a un boicottaggio nei confronti del film “Qua la zampa” dopo la pubblicazione di un video da parte del sito TMZ. Nel video in questione si vede chiaramente un istruttore che cerca di buttare in acque molto mosse un pastore tedesco per girare una scena del film e una voce fuori campo dice: Non si calmerà sin quando non sarà in acqua. Buttalo dentro”.

Il video del sito TMZ risale al 2015.

Da qui la decisione della PETA di boicottare nelle sale il film “Qua la zampa”: “Perché i cani e gli animali devono essere trattati umanamente, non come oggetti di scena”.

Non è mancata la risposta congiunta da parte della casa di produzione e distribuzione del film “Qua la zampa” (Amblin Entertainment e Universal Pictures): “A Dog’s Purpose (Qua la zampa N.d.A.) celebra il legame speciale tra gli esseri umani e i loro cani. E nello spirito di questa relazione, il team di produzione Amblin ha seguito i protocolli rigorosi per promuovere un ambiente etico e sicuro per gli animali”.

Il caso particolare, immortalato nel video di TMZ sarà esaminato con cura dalla casa di produzione Amblin Entertainment ma assicurano che “Hercules è felice e sano”.

Forse adesso ma durante le riprese di quella scena?

La rubrica del quotidiano La Stampa, La Zampa riporta inoltre la dichiarazione rilasciata a Variety del produttore del film “Qua la zampa”, Gavin Polone: “Se fossi stato sul set, questo non sarebbe mai accaduto. Il film è nato da quanto io provo per gli animali. Questo è accaduto 15 mesi fa e avrebbe dovuto essere esaminato immediatamente. È inconcepibile che qualcuno abbia aspettato più di un anno per richiamare l’attenzione su quanto accaduto”.