Referendum Costituzionale Matteo Renzi arrogante provocatore

Lui, il premier Renzi, si autodefinisce ‘bravo’ e non ha intenzione di ‘galleggiare’ ma di ‘nuotare’ con la sua arroganza provocatrice.  ha la ferma convinzione di essere il migliore, definendo i cittadini italiani che voteranno per il No, al referendum costituzionale,  ‘accozzaglia contro di me’, quasi fosse il protagonista assoluto sullo schermo del cinerama politico, questo personaggio mediatico che ci rappresenta ha una prosopopea inadeguata alla sua carica, supplisce la mancanza di carisma con frasi fatte e scontate, con promesse che sa benissimo di non mantenere per ottenere quei consensi che lo vedono, secondo i sondaggi, sconfitto alle votazioni del referendum.

Il presidente del Consiglio ammette ancora una volta la responsabilità di aver personalizzato l’esito della consultazione: ‘Chi dice No non dice No nel merito.Ma dice No perché, anche per colpa mia, l’abbiamo buttata in politica, o perché dicono No a tutto…Io credo al futuro dell’Italia, mettiamoci in moto insieme, non lasciamo l’Italia a chi pur di far fallire noi, fa fallire il Paese‘, ma non per la sua immagine che può essere soggettivamente simpatica o antipatica ma per il suo operato che, nonostante le sue affermazioni di sostenere l’Italia nel suo futuro, ha contrastato con leggi ingiuste la crescita economica, ha chiuso i battenti del mondo del lavoro, ha penalizzato lavoratori e pensionati, ovviamente non tutto merito suo ma unitamente alla ‘accozzaglia’ di parlamentari, eccetto alcuni, che gli fanno da corollario.

Il timore della sfiducia dei cittadini italiano è evidente nelle dichiarazioni e affermazioni del premier Renzi:Non mi fa paura cosa succederà sui mercati. Mi fa paura che cosa accadrà nei mercati rionali” quando “un Paese fa prevalere lo sconforto e sfiducia” sulla speranza. Le ragioni per le quali, prosegue, “hanno chiamato me al governo non solo perché pensavano che fossi più bravo, ma perché non sapevano dove sbattere la testa. Il Paese era bloccato, le riforme erano bloccate. Noi stiamo facendo quello per cui siamo stati chiamati, questa storia del referendum nasce dalla ragione sociale del governo”. Se vince il No, quindi, il premier non resterà a ‘vivacchiare’: “A galleggiare non sono bravo, o mi fate nuotare oppure ci sono persone più brave di me a galleggiare. Non è pensabile che si possa vivacchiare, l’italia deve cambiare. Io non faccio politica per tenermi aggrappato alla poltrona, se non si può cambiare ditelo: mandiamo gli altri, tenetevi quelli di prima’; la sfiducia nasce dalle azioni non giuste, da ciò che si evince ogni giorno dalle testate giornalistiche, dal comportamento, ripetiamo, arrogante e provocatore di un premier che pensa di essere il migliore,  ‘hanno chiamato me al governo non solo perché pensavano che fossi più bravo’,  un merito lo si può dare al premier Renzi, quello di saper girare le frittate come sta attuando in questo momento,  questi suoi attacchi, questi suoi ‘insulti’ verso chi liberamente decide per il No fa intendere il timore di una sconfitta e la conseguente perdita di potere che ora stringe saldamente fra le dita, il 4 dicembre è alle porte e si vedrà se l’accozzaglia’ dei No ha ragione sui Sì!

Fonte: Repubblica