Riccio una specie in estinzione da proteggere

Riccio una specie in estinzione da proteggere. Massimo Vacchetta, il veterinario che nel 2014 ha fondato il Centro Ricci “La Ninna”  di Novello, un piccolo centro del Cuneese, ha dedicato la sua vita professionale a studiare e soccorrere questi animaletti che troppo spesso diamo per scontati, creando un organismo unico in Italia, con un laboratorio attrezzato e strutture all’avanguardia, in costante contatto con l’estero, questo veterinario ha così affermato: “I ricci, se non si farà nulla, si estingueranno nel giro di dieci o vent’anni. Non è un’esagerazione, è, purtroppo, la realtà”, Cerchiamo di capirne le cause, il perché di questa decimazione di un animale definito sentinella, utilissimo nell’ecosistema.

Le ragioni per cui stanno scomparendo sono molteplici e vanno dalla perdita del loro habitat, all’espansione delle monocolture, dal declino del numero di insetti, agli incidenti d’auto e all’abuso di pesticidi. Ad aggravare una situazione già compromessa, ora ci si è messo anche il cambiamento climatico!

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Leggiamo le dichiarazione del dottor Vacchetta: “Facciamo tutto il possibile per averne cura, ma sensibilizzare l’opinione pubblica è ugualmente importante. Il rapido declino di questa specie che, nella sua forma attuale vive sul pianeta da circa quindici milioni di anni, è drammatico. Il grado di devastazione che la razza umana sta causando al pianeta, in Europa, in appena vent’anni, ha ridotto gli esemplari del settanta per cento. Dove sono almeno settecentomila quelli che muoiono investiti dalle auto ogni anno, ovvero il venti per cento del numero totale stimato. E i dati rilevati in Inghilterra sono ancora più impressionanti: dagli anni Settanta a oggi, gli esemplari presenti sul territorio sarebbero scesi da trenta milioni a meno di ottocentomila. In più ci sono da considerare le condizioni di vita: un crescente numero di esemplari sviluppa malattie”.

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Per la variegata dieta che assume, è un animale onnivero. L’alimentazione del riccio si basa su invertebrati di vario tipo come: insetti, lumache, lombrichi ragni scorpioni, uova, rettili e anfibi e non disdegna nemmeno di mangiare piccoli mammiferi, soprattutto topi, di cui è considerato un cacciatore spietato in quanto uccide gli adulti e dissotterra i nidi per nutrirsi dei piccoli.

La credenza che i ricci si nutrano prevalentemente di vipere si rivela fondata solo in casi eccezionali: l’animale non teme infatti i morsi velenosi, in quanto i denti veleniferi sono più corti degli aculei e raramente riescono a penetrare il rivestimento di peli ispidi che protegge l’animale.

In caso di necessità, i ricci mangiano senza problemi anche ghiande, bacche, frutta, nutrendosi in casi estremi anche di foglie.

Il latte vaccino è un veleno per i ricci: non potendo digerire il lattosio, esso provoca in loro forti diarree, che conducono alla morte dell’animale

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Lo sapevate che i ricci amano frequentare i cortili delle nostre case? Fa compagnia, aiuta a eliminare le inutili (all’apparenza!) cimici che abbondano ovunque. Se le mangia che è un piacere assieme a chiocciole, limacce, vermi, cavallette, e altri insetti “infestanti” che riteniamo abbastanza sgradevoli e fastidiosi. Ecco perché alle volte i veleni non servono. Fanno un doppio danno: inquinare e uccidere prede e predatori che la natura ha intelligentemente accoppiato.

Il riccio è solo uno dei tanti amici che frequentano orti e giardini di tante persone magari ignare della sua presenza o addirittura spaventate nello scorgerlo a frugare tra le foglie!

E attenzione per chi ha un cane: è bene sempre fare dormire i cani in casa, o in un recinto durante la notte. Se sentiamo abbaiare insistentemente in un punto corriamo subito a vedere perché potrebbe esserci un riccio in balia del cane. Se si trova un riccio in bocca a un cane occorre sempre controllare entrambi e portare il riccio da un veterinario. Se l’animale è ferito bisogna controllare in giardino che non vi siano i piccoli in attesa del ritorno della mamma. Se ci sono piccoli, vanno recuperati e portati al Cras più vicino. E infine, il cibo. Acqua fresca, crocchette e cibo umido – pollo e manzo, ma niente pesce – sono perfette per i gatti e anche per i ricci mentre il latte di mucca potrebbe essere mortale. 

Adoperiamoci tutti per salvaguardare questo animaletto sentinella così utile per i nostri orti e giardini e l’ecosistema, se lo troviamo a casa nostra lo si lascia tranquillo al buio, senza somministrare alcun tipo di alimento o farmaco, se non dopo avere contattato un veterinario o un centro specializzato. È importante telefonare al Corpo Forestale dello Stato o ai Vigili Provinciali per ricevere informazioni sul cras più vicino.

Fonte: linkiesta.it

Foto di Alexas_Fotos da Pixabay