RIFORMA PENSIONI: TITO BOERI E CESARE DAMIANO CONCORDI SULLA FLESSIBILITA’ IN USCITA MA QUANDO E COME QUESTO NON CI E’ DATO DI SAPERE!

Il nodo da scioglier nel tema previdenziale più urgente da essere sciolto è la flessibilità in uscita dal mondo del lavoro, permettendo a lavoratori di accedere al pensionamento lasciando il posto alla staffetta generazionale che aprirebbe nuove prospettive lavorative alla gioventù attualmente disoccupata e senza speranze per un futuro; in Italia si sta vivendo un periodo disastroso per quanto riguarda il sistema economico, sociale e previdenziale e nonostante le varie proposte di legge avanzate sul tavolo delle trattative con l’Esecutivo sul tavolo permanente ben poco si è fatto, a parte le molte promesse ma poi procrastinate nei tempi lunghi che il governo attua nel dare le risposte che lasciano insoluti i molti quesiti posti; per  quanto riguarda la flessibilità in uscita dal mondo del lavoro due validi esponenti, Cesare Da,iano, Presidente Commissione Lavoro alla Camera e Tito Boeri, Presidente dell’Inps, stanno premendo affinché possa venire applicata entro il 2016, ma ci riusciranno contrastando ciò che afferma la Ragioneria di Stato quando delinea come al solito le mancanze di risorse finanziarie per attuare questo urgente provvedimento?<br />
Cesare Damiano sottolinea il problema dichiarando: ‘Il 2016 deve essere l’anno della flessibilità delle pensioni. Anche Renzi lo ha promesso”. A dire il vero, anche l’anno scorso, durante l’esame della legge di Stabilità 2015, il premier aveva rassicurato i lavoratori sull’inserimento di nuove formule per la pensione anticipata, salvo poi rinviare ulteriormente la questione per il timore di combinare “pasticci” come la questione esodati, così come fece il Governo Monti nel 2011 con la legge Fornero che ormai da tempi sindacati e lavoratori chiedono a gran voce di modificare.’.

Infatti il motto di Cesare Damiano è GLI ANZIANI IN PENSIONE, I GIOVANI AL LAVORO e su questa base ha riaffermato il suo pensiero, in sintonia con Tito Boeri, Presidente dell’Inps, sottolineando la necessità di: ‘Alcune persone mi scrivono chiedendo quali sono i “fatti” per quello che riguarda le pensioni. É una giusta domanda alla quale rispondo volentieri. Molti problemi li abbiamo risolti, altri sono conquiste ancora da realizzare. Per quanto riguarda gli obiettivi raggiunti: dal 2012, con la Commissione lavoro della Camera, mi sto battendo per gli esodati. Abbiamo ottenuto 7 salvaguardie che interessano 172.000 lavoratori (che andranno in pensione con le regole ante Fornero) e costituito un apposito Fondo al quale abbiamo destinato 11,4 miliardi di euro. Un duro lavoro politico e parlamentare che dura da 4 anni’.

TITO BOERI E CESARE DAMIANO UNITI PER LA FLESSIBILITA' INUSCITA
CESARE DAMIANO TITO BOERI

‘Con l’ultima legge di Stabilità abbiamo consentito ad altre 36.000 lavoratrici di poter aderire ad Opzione Donna, con un impegno di risorse pari a 2,6 miliardi di euro. In totale, abbiamo avviato alla pensione, con certezza, 208.000 lavoratori e investito risorse per 14 miliardi di euro. Inoltre, sempre nell’ultima Stabilità, abbiamo anticipato al 2016 il miglioramento della No Tax Area per i pensionati. Non abbiamo risolto sicuramente tutto, ma abbiamo fatto un passo avanti significativo e non scontato. Secondo i dati dell’INPS, restano ancora da salvaguardare altri 20.000  esodati: non escludiamo che si renda necessaria l’ottava salvaguardia. Infine, il 2016deve essere l’anno della flessibilità delle pensioni: anche Renzi lo ha promesso. Bisogna sostenere la proposta di legge 857 Damiano sulla flessibilità. Il nostro motto è: GLI ANZIANI IN PENSIONE, I GIOVANI AL LAVORO’

Dal canto suo, Tito Boeri, rafforza con convinzione assoluta e  in linea con Cesare Damiano, affermando: ‘Bisogna ridurre una complessita’ normativa che e’ fonte di ritardi, c’e inoltre un quadro legislativo complesso che crea differenze di trattamento’ -‘ Scegliere la strada di un sistema previdenziale che dia “fiato” alla flessibilità aiuterebbe le istituzioni e lo stesso governo, in particolar modo, a superare il problema e ad affrontare la questione dell’allungamento del periodo lavorativo causato dall’incremento delle speranze di vita ‘. ‘Credo che una maggiore flessibilità in uscita sia qualcosa da perseguire con forza all’interno del nostro Paese‘.

Sperabile che la loro opera congiunta faccia decidere l’Esecutivo ad intavolare quelle discussioni atte ad attuare la flessibilità in uscita il più urgentemente possibile al fine di sbloccare non solo lavoratori che vogliono entrare in prepensionamento m anche sbloccare il mondo del lavoro ed aprire nuove frontiere alle generazioni in attesa di una occupazione e di un futuro che ora non hanno, così facendo si ha più potere d’acquisto e si smuoverebbe anche l’economia nazionale nei consumi ora quasi bloccati considerati gli 8 milioni di poveri esistenti nel nostro suolo italiano!

Fonte: PensioniBlog