Rio2016 la nuotatrice russa Efimova e l’ipocrisia doping degli Usa

Rio2016 la nuotatrice russa Efimova e l’ipocrisia doping degli Usa
 
A Rio 2016 la nuotatrice russa Efimova e l’ipocrisia doping degli Usa per lo scandalo del doping di Stato.
Le Olimpiadi di Rio 2016 saranno ricordate anche per lo scandalo doping che ha colpito gli atleti della Russia.
Non solo la Russia è rimasta coinvolta nello scandalo del doping dei suoi atleti ma solo la Russia è stata buttata nel tritacarne mediatico, facendola diventare il male assoluto dello sport internazionale.
 
Lo sport deve essere pulito a tutti i livelli e in particolare quando si gareggia a livello internazionale per i propri colori Nazionali, e chi sbaglia, deve giustamente pagare come accaduto alla nuotatrice russa Yulia Efimova.

La giovane nuotatrice russa Yulia Efimova (24 anni) era stata squalificata nel 2013 (16 mesi di squalifica) in quanto trovata positiva a uno steroide e pochi mesi prima dall’inizio di Rio 2016 le è stata contestata l’assunzione del Meldonium. Sostanza non consentita.

 

Comunque lo stesso TAS con sede a Losanna (Svizzera) l’ha riammessa in extremis alle Olimpiadi di Rio 2016 e la sua vittoria della medaglia di Argento nella finale dei 100 metri rana femminile ha riacceso lo scontro tra gli Stati Uniti d’America e la Russia.
 
Yulia Efimova
Nello scontro tra gli Usa e la Russia, purtroppo per la nuotatrice russa Yulia Efimova si è inserito a gamba tesa il pubblico.
 
Lo stesso pubblico che ha pesantemente contestato la nuotatrice russa Yulia Efimova durante la premiazione. La stessa notatrice non è riuscita a trattenere le lacrime per il trattamento poco sportivo ricevuto.
 
Lei stessa ha commentato l’accaduto:Non c’è medaglia che possa cancellare l’amarezza del vedere che tutto il pubblico è contro di tee inoltreHo commesso degli errori nella mia vita. La prima volta ho pagato con la squalifica di sedici mesi, ma la seconda volta non è stata colpa mia. Sono pulita”.
Le accuse più pesanti con alcuni gesti poco sportivi sono giunti da 2 suoi colleghi di vasca statunitensi: Lilly King (Sua diretta avversaria) e il campione internazionale Michael Phelps.
La nuotatrice statunitense Lilly King non si è limitata alle sole dichiarazioni nei confronti della partecipazione di Yulia Efimova a Rio 2016:Purtroppo devo rispettare la decisione del CIO, ma lei non avrebbe dovuta essere a Rio. Sono fiera di competere in modo onesto”, infatti, ha esibito il dito medio nei confronti di Yulia Efimova dopo la qualificazione alla finale nei 100 metri rana.
 
Competere in maniera onesta, alle volte non fa rima con sportività.
 
Anche Michael Phelps non è andato tanto sul sottile nei confronti della sua collega russa:Che giorno triste per lo sport! Permettere ai dopati di gareggiare è una cosa che mi spezza il cuore e mi fa letteralmente incazzare!”.
Parole dure. Ma se non fosse salita sul podio, avrebbero fatto le stesse dichiarazioni?
 
Il CIO è intervenuto sulla vicenda della nuotatrice russa Yulia Efimova (Argento 100 metri rana) censurando il comportamento anti-sportivo del pubblico e al tempo stesso chiedendo un maggiore rispetto ai vari atleti in gara.
 
Gli Stati Uniti d’America e i suoi atleti che adesso si ergono a Giudice, Giuria e Boia, non devono dimenticare i loro scheletri nascosti nell’armadio o vogliono ancora farci credere allo stereotipo cinematografico di Rocky IV con un Rocky Balboa che si allena in maniera sana e naturale tra la neve mentre il “cattivo” russo Ivan Drago è imbottito di steroidi?