Stambecco alpino specie-simbolo in via di estinzione

Stambecco alpino specie-simbolo in via di estinzione. Tra le specie animali più colpite dal riscaldamento globale c’è lo stambecco alpino. Questa è una specie a rischio a causa del progressivo scioglimento dei ghiacciai dell’arco alpino;  lo stambecco è senza dubbio una delle specie simbolo dell’arco alpino, e oggi ne esistono soltanto 53 colonie frutto di un importante lavoro di ripopolamento dopo che, verso la fine del secolo scorso, era quasi totalmente scomparso dall’Italia.

E lo stesso stambecco che spiega chiaramente il suo stato in pericolo: “La mia fama di abile arrampicatore di pareti rocciose è legata al fatto che non amo molto gli strati profondi di neve, oltre ovviamente alla mia grande dimestichezza a muovermi sui terreni scoscesi.

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Lo so… posso sembrare un po’ vanitoso… ma non è un caso se, tra tutti gli altri ‘atleti’ delle Alpi– cervi, caprioli e camosci –sono io la specie-simbolo delle Alpi. In effetti la mia storia è davvero emblematica del rischio d’estinzione che rischiano tanti altri abitanti silenziosi di questi luoghi meravigliosi.

A causa di caccia e bracconaggio, ho rischiato di scomparire alla fine del XIX secolo fino a ridurmi a circa 100 individui durante i primi anni del XX secolo. Oggi posso dirmi salvo. Ma sono rimasto confinato nelle valli che rientrano nel Parco Nazionale del Gran Paradiso, tra Piemonte e Val d’Aosta. Per fortuna mi considerano una specie protetta in Italia!

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E questo grazie anche all’azione del WWF che nel 2011, a seguito di un ricorso straordinario al Capo dello Stato, ha respinto un tentativo, della Provincia di Sondrio, di rendermi cacciabile. Grazie inoltre all’azione di monitoraggio delle Guardie volontarie del WWF io e la mia ‘squadra di atleti’ riusciamo sopravvivere ad altri tranelli dei bracconieri, come lacci o spari da arma da fuoco, mentre l’azione dell’Ufficio Legale del WWF ci difende dalle ‘norme amiche dei cacciatori’.

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La più grande minaccia attualmente è la frammentazione del territorio, provocata in parte dalle infrastrutture e in parte dal fatto che a me piace vivere sulle vette, che sono ormai un po’ come isole in un mare di ambienti trasformati da voi uomini. Per fortuna il WWF si è accorto anche di questo e ci dà una mano: sta creando una mappa dei corridoi ecologici alpini (che collegano cioè i luoghi in cui viviamo) in modo da poter creare dei ‘ponti verdi’, nuovi passaggi sicuri per collegare e unire il nostro habitat sia all’interno di ‘aree prioritarie’ (ovvero le aree che il WWF ha identificato come le più importanti delle Alpi per tutte le specie), sia tra queste e le aree protette, sia con le eco regioni confinanti, ovvero l’Appennino settentrionale e le Alpi Dinariche.Segui il progetto del WWF su wwf.it/alpi!”

Ascoltiamolo questa specie e cerchiamo di rispettarne le abitudini, possiamo fotografarli se abbiamo la fortuna di incontrarli e ammirarli per la loro abilità nel saltare in luoghi veramente inaccessibili, lasciandoli vivere nelle loro oasi che si sonio create, lontane dagli esseri umani!

Fonte: wwf.it

Foto di co_Sch da Pixabay