Trekking on the road Tratturo Magno dalla montagna al mare

Trekking on the road Tratturo Magno dalla montagna al mare

Tratturo Magno: percorsi per secoli dai pastori con le loro greggi, gli antichi cammini della transumanza rappresentano oggi itinerari ideali per il trekking. Il più famoso di tutti è il Tratturo Magno, a circa 250 chilometri da L’Aquila, dove convergevano le greggi provenienti dal Gran Sasso e dalla Majella, ai fertili pascoli del Tavoliere delle Puglie, attraverso i paesaggi agresti di Abruzzo, Molise e Basilicata; dalla montagna al mare a piedi o in bici, in tenda, con una difficoltà alta per via dei vari dislivelli.

Ripristinato da alcuni anni e quindi ancora poco frequentato dai turisti, è una vera avventura on the road adatta ai più allenati, visto che presenta notevoli dislivelli, e che potete compiere autonomamente a piedi o in bicicletta in una decina di giorni, sostando nei borghi isolati o in tenda.

Il Tratturo L’Aquila-Foggia, con i suoi 244 km, era il più lungo, grande e il più importante dei cinque Regi Tratturi: per questo motivo, era chiamato anche “Tratturo Magno”. Si tratta del più “adriatico” di tutti, convogliando le enormi greggi provenienti dai massicci del Gran Sasso, di parte del Sirente e della Majella ai vasti pascoli del Tavoliere delle Puglie, dopo aver lambito in più occasioni le sponde del Mar Adriatico; unico caso nel quale le pecore e i pastori arrivavano a toccare anche materialmente l’acqua del mare. Da esso si diparte e poi si ricongiunge il Regio Tratturo Centurelle-Montesecco, collegati a metà strada anche dal Tratturo Lanciano-Cupello.

Il suo tracciato, un vero e proprio percorso storico tra l’Abruzzo e la Puglia attraverso il Molise, parte dalla Basilica di Collemaggio dell’Aquila ed è caratterizzato nell’Aquilano da tratti alquanto integri e da numerose chiese tratturali.

Il Tratturo Magno veniva percorso dalle greggi al pascolo sul versante sud del Gran Sasso e sul versante nord del Sirente, seguendo sotto la città di L’Aquila il corso dell’Aterno per circa 10 chilometri. L’inizio può essere simbolicamente individuato nel Parco della Transumanza, adiacente alla Basilica di Collemaggio, edificata nel XIII secolo proprio con il contributo della corporazione dei Lanaioli. Tutto il centro storico dell’Aquila è stato costruito con le ricchezze derivanti dalla pastorizia e dall’Arte della Lana, e poi ancora ricostruito dopo il terremoto del 1703 grazie all’esenzione totale per trenta anni dal pagamento dei fitti per le Locazioni in Puglia concessa dal Viceré ai notabili aquilani, proprietari di greggi numerosissime.

Fonte: Momondo-Leviedeitratturi