Alessandrite la gemma più rara al mondo

Alessandrite la gemma più rara al mondo. Venne scoperta nel 1833 in una miniera dei smeraldi (Izumrudnye Kopi) sui monti Urali, nei pressi del fiume Tokovaya, dal mineralogista finlandese Nils Gustaf Nordenskjöld, che la chiamò originariamente diafanite. Il nome di alessandrite le fu dato l’anno seguente dal conte L. A. Perovskij, che offrì la gemma al futuro zar Alessandro II di Russia, nel giorno del suo sedicesimo compleanno. Nel 1842 Nordenskjöld pubblicò il primo rapporto scientifico su questa gemma, annunciando nello stesso tempo la scoperta di uno dei granati verdi più pregiati, da lui denominato demantoide.

Se escludiamo i diamanti colorati, l’alessandrite è sicuramente la più rara delle gemme, non solo perché, attualmente, risulta difficile trovarne in grandi quantità nelle miniere da cui viene estratta, ma anche per la sua capacità di cambiare colore. L’alessandrite infatti è una varietà di crisoberillo che cambia colore quando esposta a differenti fonti di luce. Negli esemplari più rari il colore della gemma varia dal verde alla luce del giorno al rosso porpora alla luce incandescente. Pertanto, i crisoberilli che non cambiano colore in base alla luce non sono alessandriti e non potranno mai ambire al primato di gemma preziosa più rara al mondo.

LEGGI ANCHE >>>>>>> Dentice al cartoccio alla genovese

La proprietà “changing colour” è di certo un’eccezionalità nel mondo della gemmologia e in parte anche in gioielleria. Pur se sia difficile impiegare alessandriti per creare gioielli, data la loro rarità, le realizzazioni di anelli o pendenti con alessandriti sono notevolmente apprezzate proprio per via del cambio di colore. Infatti, chi possiede un gioiello con alessandrite ha in realtà la possibilità di sfoggiare due differenti colorazioni della gemma, in base alla luce a cui si espone, vantando look camaleontici per ogni occasione.

Ma c’è di più. A quanto pare l’alessandrite è una gemma molto ambiziosa, poiché non si accontenta solamente della proprietà “chainging colour” ma, in alcune circostanze, può presentare anche il gioco di luce ed effetto ottico tipicamente detto “occhio di gatto”. L’effetto consiste in una linea luminosa bianco argentea che, se evidenziata da un taglio cabochon, ricorda la pupilla di un gatto.

LEGGI ANCHE >>>>>> Mocaccino da fare in casa

Considerando queste proprietà uniche e rare, la pietra si dimostra assolutamente all’altezza della sua fama, inoltre anche l’origine dell’alessandrite è di estrema importanza, poiché la collega inevitabilmente a una nazione in particolare: la Russia. La gemma deve il suo nome allo Zar Alessandro II perché i primissimi cristalli di alessandrite furono scoperti nel giorno del suo compleanno nel 1830, nelle miniere di smeraldo degli Urali meridionali. Per di più, l’alessandrite, grazie al cambiamento di tinta, presenta i due colori (rosso e verde) che, al tempo in cui venne scoperta, erano i principali colori della bandiera nazionale russa, pertanto l’alessandrite divenne inevitabilmente la pietra nazionale della Russia zarista.

LEGGI ANCHE >>>>>>> Le tre storie dei gnomi fiaba dei F.lli Grimm

Tuttavia, il legame tra l’alessandrite e la nazione russa è stato in parte scisso poiché i giacimenti negli Urali sono ormai esauriti. A quanto pare gli invidiosi smeraldi hanno cacciato l’alessandrite dalle loro miniere e la gemma può essere estratta prevalentemente in Brasile, Tanzania e Madagascar. Tuttavia l’origine del suo nome rimane intatta e l’alessandrite rivela inevitabilmente le tracce del suo grande passato, destinata e rimanere per sempre la zarina di tutte le Russie.

L’alessandrite è al quinto posto fra le dieci gemme più rare e più costose al mondo. A seconda del grado di qualità e purezza il suo prezzo può oscillare fra i 5.000 e i 12.000 euro al carato.

Fonte: luxedo.it

Foto di it.geologyscience.com

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *