Imperatrici famose nella storia della Roma Repubblicana

Imperatrici famose nella storia della Roma Repubblicana. Nel I secolo a.C. iniziò a cambiare lo stato femminile: le donne infatti forti delle ricchezze che giungevano a Roma dall’Oriente e di una maggiore autonomia di cui iniziarono a godere (spesso gli uomini erano lontani, impegnati sui campi di battaglia), conquistarono lentamente alcune libertà fino ad allora impensabili. Le donne cominciarono così a leggere e scrivere, studiare, a prendere parte a potenti intrighi, a banchettare, divorziare, assistere agli spettacoli, fare sport e le più intrepide iniziarono a servirsi degli uomini come strumenti di puro piacere! In molti gridarono allo scandalo, soprattutto per la dissolutezza dei nuovi costumi e per una generale idea di confusione dei ruoli, ma le donne non si fermarono più, anzi! Un paio di esempi?

Livia Drusilla (58 a.C. – 29 d.C.): la prima Augusta

Moglie di Ottaviano, ottenne il titolo di Augusta, divenendo la prima imperatrice di Roma. Astuta e intelligente, desiderava arrivare al potere: divorziò dal marito per sposare il potente Ottaviano, fondendo così le due più influenti famiglie dell’epoca, la Giulia e la Claudia. Un matrimonio lungo e pieno di amore (che però non arrivò a generare un proprio erede), grazie al quale Livia divenne un vero esempio di virtù femminile, perché visse modestamente accanto al marito, consigliandolo però nelle sue scelte politiche.

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Molti gli onori a lei tributati. Le fu infatti riconosciuto un ruolo sociale straordinario per l’epoca: godeva del diritto di ricevere statue a sua immagine, di agire in giustizia autonomamente senza bisogno dell’intervento di un tutore e disponeva della protezione della sacrosantitas, per cui chiunque le avesse arrecato danno, anche solo verbalmente, avrebbe potuto intercorrere nella pena capitale! Molte però le parole feroci e poco gradevoli a lei rivolte dagli scrittori antichi: “Augusto, dunque, si ammalò e morì. Livia fu oggetto di qualche sospetto riguardo la sua morte” (Cassio Dione 56, 30, 1-2), e non a caso forse, visto che riuscì a far salire al potere, come successore, proprio il figlio Tiberio

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Valeria Messalina (25 d.C. – 48 d.C.): la viziosa

Colta, bella e raffinata, non si fece però mancare qualche vizio e capriccio, tanto che diventò ben presto vittima delle chiacchiere dell’epoca: “meretrix augusta”, così la definirono i letterati latini, come per esempio Giovenale (Satira 6), tanto che ancora oggi il suo nome è sinonimo di lussuria. A soli 14 anni fu costretta dell’imperatore Caligola a sposare Claudio, un uomo più anziano di lei di quarant’anni, balbuziente, zoppo e al terzo matrimonio! Lei apparteneva a una delle famiglie più potenti dell’epoca (Valerii Messalla) e l’unione fu di puro interesse, dato che soli due anni dopo diventò imperatrice: visse come in un sogno, adulata, servita e riverita e a vivacizzare ulteriormente le sue giornate arrivarono il potente liberto Narciso e Mnestere, il mimo bisex. Iniziarono le relazioni extraconiugali, le passionali serate sfrenate e gli intrighi di palazzo, divenendo così il simbolo femminile dei tre vizi tirannici: lussuria, crudeltà e avidità! I suoi avversari politici e i numerosi ex amanti la accusarono di tutto, perfino di essere ispiratrice di avvelenamenti e crimini.

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Nel 45 d.C. diventò Augusta a soli 20 anni di età. Celebre infine la relazione che iniziò con Caio Silio che sfociò però in un grande scandalo poiché i due amanti decisero di sposarsi e furono entrambi uccisi per volere di Claudio (che si consolò presto sposando Agrippina Minore)! Fino alla fine di lei questo si disse: “Se la tua morte sarà pianta da tutti i tuoi amanti, allora piangerà mezza Roma!” Nonostante la sua vita sia finita a soli 23 anni e la damnatio memoriae che la colpì, il suo nome divenne leggendario, continuando a ispirare artisti, romanzieri, musicisti e registi fino ai nostri giorni!

Fonte: lasinodoro.it

Foto di aulalettere.scuola.zanichelli.it